Versione latino: La presa di Alesia Cesare laboratorio eserc

Messaggioda sofyclarinet » 27 ott 2011, 13:44

Iam diu Caesaris milites oppidum Alesiam oppugnabant,contra Vercingetorigem eiusque socios pugnantes,cum Caesar ipse ad proelium advenit.
eius adventu cognito,turmisque equitum et cohortibus visis,hostes proelium renovant.
utrimque clamore sublato,excipit rursus ex vallo atque omnibus munitionibus clamor.nostri,omissis pilis,gladiis rem gerunt.repente post tergum equites cernuntur;cohortes aliae appropinquant.hostes terga verturunt;fugientibus equites occurrunt.fit magna caedes.sedullus,dux et princeps lemovicum,occidutur;Vercassivellaunus Avernus vivus in fuga comprehenditur,pauci ex tanto numero se incolumes in castra recipiunt.qui alesiae erant,ubi vident ex oppido caedem et fugam suorum,desperata salute copias a munitionibus reducunt.hoc nuntio audito,multi ex castris Gallorum fugiunt.nostri milites,crebis laboribus defessi,omnes hostium copias delere non potuerunt.de media nocte missi equites novissimum agmen capiunt;magnus numerus hostium capitur atque interficitur,reliqui ex fuga in civitates discendunt.postridie Vercingetorix deditur

I soldati di Cesare assediavano già a lungo la città di Alesia, combattendo contro Vercingetorige e i suoi alleati, quando Cesare in persona giunse in battaglia. Appreso il suo arrivo, e visti gli squadroni di cavallieri e le coorti, i nemici ricominciano la battaglia. Alzato clamore da entrambe le parti, si sente di nuovo clamore dal vallo e da tutte le fortificazioni. I nostri, lasciati i giavellotti, combattono con le spade. Improvvisamente i cavalieri sono scorti alle spalle; altre coorti si avvicinarono. I nemici si danno alla fuga ( "volgono le spalle"); i cavalieri inseguono i fuggitivi ("coloro che fuggono"). Avviene una grande strage. Sedullo, il comamdante e il capo dei Lemovici, è ucciso; Vercassivellano di Averno è catturato vivo durante la fuga; pochi tra tanta moltitudine si rifugiano incolumi nell'accampamento. Coloro che erano ad Alesia, quando vedono dalla città la strage e la fuga dei loro, persa ( la speranza per) la salvezza, e richiamano dalle fortificazioni le truppe. Udita questa notizia, molti fuggono dall'accampamento dei Galli. I nostri soldati, stanchi da numerose fatiche, non poterono annientare tutte le truppe dei nemici. I cavalieri inviati nel cuore della notte prendono la retroguardia: un gran numero di nemici è catturato e ucciso, i rimanenti dalla fuga si ritirano nelle città. Il giorno dopo Vercingetorige si arrende.

Da Cesare

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sofyclarinet

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Messaggioda giada » 27 ott 2011, 13:50

metti per favore inizio e fine in latino e libro da cui è stata presa

altrimenti non posso darti il credito

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Messaggioda *Yole* » 27 ott 2011, 13:53

è questo il testo?

iam diu Caesaris milites oppidum Alesiam oppugnabant,contra Vercingetorigem eiusque socios pugnantes,cum Caesar ipse ad proelium advenit.
eius adventu cognito,turmisque equitum et cohortibus visis,hostes proelium renovant.
utrimque clamore sublato,excipit rursus ex vallo atque omnibus munitionibus clamor.nostri,omissis pilis,gladiis rem gerunt.repente post tergum equites cernuntur;cohortes aliae appropinquant.hostes terga verturunt;fugientibus equites occurrunt.fit magna caedes.sedullus,dux et princeps lemovicum,occidutur;Vercassivellaunus Avernus vivus in fuga comprehenditur,pauci ex tanto numero se incolumes in castra recipiunt.qui alesiae erant,ubi vident ex oppido caedem et fugam suorum,desperata salute copias a munitionibus reducunt.hoc nuntio audito,multi ex castris Gallorum fugiunt.nostri milites,crebis laboribus defessi,omnes hostium copias delere non potuerunt.de media nocte missi equites novissimum agmen capiunt;magnus numerus hostium capitur atque interficitur,reliqui ex fuga in civitates discendunt.postridie Vercingetorix deditur

*Yole*

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Messaggioda giada » 23 apr 2015, 9:24

Inviata da altro utente qui

Già da lungo tempo i soldati di Cesare assediavano la città di Alesia, combattendo contro Vercingetorige e i suoi alleati,quando Cesare in persona sopraggiunse al combattimento. Appreso il suo arrivo, e visti gli squadroni di cavalieri e le coorti, i nemici ripresero la battaglia. Levate grida da ambo le parti, il rumore di nuovo si diffuse dalla trincea e da tutte le fortificazioni. I nostri, scagliate le lance,combatterono con le spade. Improvvisamente scorsero dei cavalieri alle spalle; si avvicinavano altre coorti. I nemici si volsero in fuga; ai fuggitivi si interposero i soldati a cavallo. Avvenne un grande massacro. Sedullo, generale e principe dei Lemovici, fu ucciso; Vercasivellano Averno fu catturato vivo nella fuga; pochi del grande numero si ritirarono nell'accampamento incolumi. Coloro che erano ad Alesia, non appena videro dalla città la strage e la fuga dei loro soldati, disperata la salvezza, fecero ritirare le truppe dalle fortificazioni. Udita quella notizia, molti dei Galli fuggirono dagli accampamenti. I nostri soldati, stanchi per la continua fatica, non poterono annientare tutte le truppe dei nemici. A mezzanotte i cavalieri che erano stati inviati presero una legione nuovissima. Un grande numero di nemici fu catturato e ucciso, i rimanenti fuggirono verso le città. Il giorno dopo, Vercingetorige si consegnò.

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