da stuurm » 6 nov 2011, 23:21
Una ninfa ridotta ad eco.
Nympha, cui nomen Echo erat, eximie pulchritudinis fuit. Cum, huic pulchritudini confisa, sibi persuasisset se non solum mulieribus mortalibus, verum etiam deabus praestare, saepe Iunoni, Iovis uxori, maledicebat, multa iurgia et contumelias proferens. Quod stultae et superbae virgini pernicei fuit. Nam divum regina, cui maxime illa invisa erat, ut tam impudentem loquacitatem coerceret, linguam eius oppressit. Echo nec surda nec muta fuit, sed, cum verbum audiebat, solum ultimam syllabam ore suo interebat, nec verba integra pronuntiare valebat. Sic etiam Narcyssi, praestantis adulescentis, cui desponsa erat, amorem deperdit, qui balbam puellam respuit. Tunc nympha in speluncam inter montes confugit neque unquam ei persuaderi potuit ut inde in lucem evaderet. Ibi dolor puellam confecit et consumpsit: corpus eius macie evanuit, ossa in saxa conversa sunt et sola vox tam formosae virgini superfuit. Neque tamen Narcysso, cui misera contemptui fuerat, dei ignoverunt: nam, in acquam fontis lapsus, ibi mortem obiit.
Una ninfa che aveva nome Eco, fu eccezionalmente bella. Poiché, avendo fiducia in questa bellezza, si convinse che non solo superava le donne mortali, ma anche le dee, spesso parlava male di Giunone, la moglie di Giove, producendo molti litigi ed ingiurie. E questo fu alla stolta e superba vergine di rovina. Difatti la regina degli dei, che aveva soprattutto quella detestata, per castigare tanto l’impudente loquacità, arrestò la sua lingua. Eco non fu né sorda né muta, quando udiva la parola, con la sua bocca triturava l’ultima sillaba, non era capace di pronunziare le parole intere. Sicché anche Narciso, giovane molto bello, a cui era fidanzata, perdette l’amore, e egli rifiutò la fanciulla balbuziente. Allora la ninfa si rifugiò in una grotta tra i monti né mai la si poté convincere quindi ad uscire alla luce. Lì il dolore distrusse e consumò: il suo corpo si dileguò per la magrezza, le ossa si cambiarono in sassi e la sola voce rimase alla tanto leggiadra vergine. Né tuttavia a Narciso per il quale l’infelice era stata oggetto di disprezzo, gli dei perdonarono: infatti scivolato nell’acqua di una sorgente, lì morì.
Grazie!