Externa bella duo omnino per se gessit, Delmaticum adulescens adhuc, et Antonio devicto Cantabricum. Delmatico etiam vulnera excepit, una acie dextrum genu lapide ictus, altera et crus et utrumque brachium ruina pontis consauciatus. Reliqua per legatos administravit, ut tamen quibusdam Pannonicis atque Germanicis aut interveniret aut non longe abesset, Ravennam vel Mediolanium vel Aquileiam usque ab urbe progrediens.Domuit autem partim ductu partim auspiciis suis Cantabriam, Aquitaniam, Pannoniam, Delmatiam cum Illyrico omni, item Raetiam et Vindelicos ac Salassos, gentes Inalpinas. Coercuit et Dacorum incursiones, tribus eorum ducibus cum magna copia caesis, Germanosque ultra Albim fluvium summovit, ex quibus Suebos et Sigambros dedentis se traduxit in Galliam atque in proximis Rheno agris conlocavit. Alias item nationes male quietas ad obsequium redegit. Nec ulli genti sine iustis et necessariis causis bellum intulit, tantumque afuit a cupiditate quoquo modo imperium vel bellicam gloriam augendi, ut quorundam barbarorum principes in aede Martis Ultoris iurare coegerit mansuros se in fide ac pace quam peterent, a quibusdam vero novum genus obsidum, feminas, exigere temptaverit,
In fatto di guerre esterne, personalmente non ne condusse che due: quella in Dalmazia, quando era ancora adolescente, e quella Cantabrica, dopo la disfatta di Antonio. Durante la guerra in Dalmazia fu anche ferito: in un combattimento fu colpito da una pietra al ginocchio destro, in un altro riportò ferite ad una gamba e alle braccia per il crollo di un ponte. Tutte le altre guerre le diresse per mezzo di luogotenenti, tuttavia, in occasione di certe campagne in Pannonia e in Gerrmania, o interveniva di persona e si teneva a poca distanza, allontanandosi da Roma per spingersi fino a Ravenna, a Milano o ad Aquileia. Sottomise, vuoi personalmente, vuoi con imprese fortunate, la Cantabria, l'Aquitania, la Pannonia, la Dalmazia, con tutto l'Illirico, e inoltre la Retia, i paesi dei Vindelici e dei Salassi, popolazioni delle Alpi. Pose fine alle incursioni dei Daci, uccidendo tre loro capi, insieme con un gran numero di soldati. Respinse i Germani al di là dell'Elba, ad eccezione degli Svevi e dei Sigambri che fecero atto di sottomissione e, trasportati in Gallia, furono sistemati sui territori vicini al Reno. Ridusse all'obbedienza anche altri popoli poco tranquilli. Per altro non fece mai guerra a nessuna nazione senza un motivo legittimo e senza necessità e fu tanto alieno dalla brama di ingrandire l'Impero con qualsiasi pretesto e di accrescere la sua gloria militare che costrinse alcuni capi barbari a giurare nel tempio di Marte Vincitore che sarebbero rimasti fedeli alla pace che avevano chiesto. Da alcuni poi pretese un nuovo genere di ostaggi: si fece consegnare delle donne