ANNIBALE versione di latino di LIVIO

Messaggioda earl » 24 nov 2011, 16:13

Testo originale
Missus Hannibal in Hispaniam primo statim adventu omnem exercitum in se convertit: Hamilcarem iuvenem redditum sibi veteres milites credere, eundem vigorem in vultu vimque in oculis, habitum oris lineamentaque intueri. Dein brevi effecit, ut pater in se minimum monumentum ad favorem conciliandum esset. Numquam ingenium idem ad res diversissimas, parendum atque imperandum, habilius fuit. Itaque haud facile discerneres, utrum imperatori an exercitui carior esset: neque Hasdrubal alium quemquam praeficere malle, ubi quid fortiter ac strenue agendum esset, neque milites alio duce plus confidere aut audere. Plurimum audaciae ad pericula capessenda, plurimum consilii inter ipsa pericula erat. Nullo labore aut corpus fatigari aut animus vinci poterat. Caloris ac frigoris patientia par; cibi potionisque desiderio naturali, non voluptate modus finitus; vigilarum somnique nec die nec nocte discriminata tempora: id, quod gerendis rebus superesset, quieti datum; ea neque molli strato neque silentio accersita; multi saepe militari sagulo opertum humi iacentem inter custodias stationesque militum conspexerunt. Vestitus nihil inter aequales excellens; arma atque equi conspiciebantur. Equitum peditumque idem longe primus erat, princeps in proelium ibat, ultimus conserto proelio excedebat. Has tantas viri virtutes ingentia vitia aequabant: inhumana crudelitas, perfidia plus quam Punica, nihil veri, nihil sancti, nullus deum metus, nullum ius iurandum, nulla religio. Cum hac indole virtutum atque vitiorum triennio sub Hasdrubale imperatore meruit, nulla re, quae agenda videndaque magno futuro duci esset, praetermissa.
Traduzione
Annibale venne inviato in Spagna e subito all'arrivo attirò su di sé l'attenzione dell'intero esercito: i soldati anziani credevano che Amilcare era tornato giovane, notavano lo stesso vigore nel volto, la stessa acutezza dello sguardo, la stessa espressione del volto e gli stessi lineamenti. In seguito ottenne in breve tempo così tanto che la somiglianza con il padre fu irrilevante per accattivarsi il favore dei soldati. Mai una stessa natura ebbe un'indole più atta alle cose più opposte, come l'obbedire e il comandare. E così non senza fatica avresti capito se era più ben voluto dal comandante o dall'esercito: Asdrubale non preferiva mettere a capo dell'esercito nessun altro quando era necessario compiere un'impresa in modo energico e valoroso, e i soldati, sotto la guida di un altro comandante, non avevano più fiducia né osavano più. Era assai audace nell'affrontare i pericoli ed assennatissimo quando ci si trovava dentro. Il suo corpo non poteva essere affaticato o l'animo sconfitto da alcuna fatica. Sapeva sopportare allo stesso modo il caldo e il freddo; mangiava e beveva quanto era richiesto dalla natura, senza indulgere alla gola; dormiva senza orari fissi di giorno o di notte, dedicando al riposo il tempo che eventualmente era avanzato alle azioni di guerra; per dormire non aveva bisogno né di un materasso morbido né del silenzio; era capace di prendere sonno anche per terra, in mezzo alle sentinelle o ai corpi di guardia, coperto da una mantellina militare. Il suo vestito non si distingueva da quello dei suoi compagni; si facevano invece notare le armi e i cavalli. Egli stesso era di gran lunga il primo della cavalleria e della fanteria; era infine sempre il primo ad entrare in battaglia e l'ultimo a lasciarne il terreno. A tanto grandi qualità corrispondevano altrettanto grandi difetti: crudeltà disumana, slealtà maggiore dei suoi concittadini, non c'era in lui niente di vero, niente di sacro, nessun timore degli dei, nessun rispetto dei giuramenti, nessuno scrupolo. Con questa base di vizi e di virtù prestò servizio per tre anni sotto il comandante Asdrubale, non trascurando alcuna impresa che doveva essere compiuta e presa in considerazione da un futuro grande comandante.

earl

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Messaggioda *Yole* » 24 nov 2011, 16:17

mi dici il libro da cui proviene?

*Yole*

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