SULLA SPIAGGIA Versione latino di Cicerone VELIM

Messaggioda ElPrincipe » 24 nov 2011, 20:44

mi servirebbe la versione Sulla Spiaggia di Cicerone, dal libro Velim

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Messaggioda jessy.7 » 24 nov 2011, 21:33

manca inizio, fine

jessy.7

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Messaggioda ElPrincipe » 25 nov 2011, 13:57

Si ecco scusa: Cum aestas summa esse coeperat...non iudicia fieri

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Messaggioda giada » 25 nov 2011, 15:08

Aestas summa esse coeperat, tempus quod omnes Siciliae semper praetores in itineribus consumere consuerunt, proterea quod tum putant obeundam esse maxime provinciam, cum in areis frumenta sunt: tum, inquam, cum concursant ceteri praetores, iste novo quodam genere imperator pulcherrimo Syracusarum loco stativa sibi castra faciebat. Nam in ipso aditu atque ore portus, ubi primum ex alto(sott. mari) sinus(un'insenatura) ab litore ad urbem inflecitur, tabernacula carbaseis intenta velis conlocabat. Huc ex illa domo praetoria, quae regis Hieronis fuit, sic emigrabat ut eum per illos dies nemo extra illum locum videre posset. In eum autem ipsum locum aditus erat nemini, nisi qui(=ei qui) aut socius aut minister libidinis esse posset. Huc omnes mulieres, quibuscum iste consuerat, conveniebant, quarum incredibile est quanta multitudo fuerit Syracusis; huc homines digni istius amicitia, digni vita illa conviviisque veniebant. Inter eiusmodi viros et mulieres adulta aetate filius versabatur, ut eum, etiamsi natura a parentis similitudine abriperet, consuetudo tamen ac disciplina patris similem esse cogeret.
Huc Tertia illa perducta per dolum atque insidias ab Rhodio tibicine maximas in istius castris effecisse dicitur turbas, cum indigne pateretur uxor Cleomenis Syracusani, nobilis mulier, itemque uxor Aeschrionis, honesto loco nata, in conventum suum mimi Isidori filiam venisse. Iste autem Hannibal, qui in suis castris virtute putaret oportere non genere certari, sic hanc Tertiam dilexit ut eam secum ex provincia deportaret. Ac per eos dies, cum iste cum pallio purpureo talarique tunica versaretur in conviviis muliebribus, non offendebantur homines neque moleste ferebant abesse a foro magistratum, non ius dici, non iudicia fieri

Aveva iniziato ad essere nel vivo l’estate, stagione in cui tutti i pretori di Sicilia furono soliti trascorrere sempre in marcia, per il fatto che pensano che si debba visitare la provincia soprattutto nel momento in cui i cereali sono nell’aia: dico, nel periodo in cui tutti gli altri pretori la visitano, costui, comandante di tipo insolito, si faceva costruire un accampamento stabile nel bellissimo luogo di Siracusa.Infatti proprio nell’ingresso e nell’imboccatura del porto, non appena dal profondo un’insenatura si incurva in direzione della città, collocava le tende drizzate con vele di lino.
Dal famoso palazzo pretorio, che fu del re Gerone, qui si trasferiva, in modo che durante quei giorni nessuno poteva vederlo fuori da quel luogo. Inoltre, in quello stesso luogo nessuno aveva accesso se non chi poteva essere o suo alleato o intermediario di piacere (=mezzani).Qui si radunavano tutte le donne con le quali costui aveva rapporti sessuali: è incredibile quanto grande folla di queste ci fu a Siracusa; qui venivano gli uomini degni dell’amicizia di costui, degni di quella vita e dei banchetti. Tra uomini e donne di tal genere si trovava il figlio, già cresciuto (lett. In età adulta) cosicché, sebbene l’indole sua lo tenesse lontano dalla somiglianza col padre, tuttavia l’abitudine e il modo di vivere lo costringevano ad essere simile al padre.La famosa Terza essendo stata condatta qui con inganni ed insidie da un musicante di Rodi si dice che fu causa della nascita nell'esercito di grandi discordie e risse: Non potendo sopportare la moglie di Cleomene, donna nobile, e quella di Escrione pure nobile, che a quel banchetto fosse intervenuta la figlia del buffone Isiodoro. Ma questo nuovo Annibale che giudicava nel suo esercito dovesse contare il merito e non la nascita fu preso a tal punto di questa Terza che la condusse con se quando lascio' la Sicilia. E in quei giorni che costui con il manto purpureo e con la veste fino ai piedi si intratteneva con le donne non ci fu nessuno che si mostrasse offeso o che non si dolesse che il magistrato nella corte non vedesse

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