da stuurm » 8 dic 2011, 21:56
Verum in deis generaliter primum maiestatem ipsius eorum naturae venerabimur, deinde proprie vim cuiusque et inventa quae utile aliquid hominibus attulerint. VIII. Vis ostendetur ut in Iove regendorum omnium, in Marte belli, in Neptuno maris: inventa, ut artium in Minerva, Mercurio litterarum, medicinae Apolline, Cerere frugum, Libero vinI. Tum si qua ab iis acta vetustas tradidit, commemoranda. Addunt etiam dis honorem parentes, ut si quis sit filius Iovis, addit antiquitas, ut iis qui sunt ex Chao, progenies quoque, ut Apollo ac Diana Latonae. IX. Laudandum in quibusdam quod geniti inmortales, quibusdam quod inmortalitatem virtute sint consecuti.
Invero per prima cosa in genere negli dei noi venereremo la maestà della natura propria di essi, poi individualmente la potenza di qualcuno e quelle cose scoperte aggiungeranno agli uomini qualcosa di vantaggioso. Si mostrerà cosi la potenza in Giove di reggere tutte le cose, in Marte della guerra, in Nettuno del mare: le scoperte, come delle arti in Minerva, dell’erudizione in Mercurio, della medicina in Apollo, dei prodotti della terra in Cerere, del vino in Bacco. Allora se l’antichità ha trasmesso queste attività da essi, bisogna che si ricordino. Gli antenati aggiungono un grado onorifico anche agli dei, come se qualcuno sia figlio di Giove, aggiunge l’antichità, come a quelli che sono dal Caos, discendenza anche, come Apollo e Diana di Latona. Bisogna celebrare in certuni per il fatto che nati immortali, a certuni per il fatto che abbiano ottenuto l’immortalità per virtù.
Mi date un credito?