inno a poseidone

Messaggioda Claudio8214 » 11 dic 2011, 12:23

Ciao a tutti, ho provato a cercare la traduzione dell'inno a poseidone, ma nada, qualcuno riuscirebbe a fornirmela?!

Se può servirvi l'inizio è : Ἀμφὶ Ποσειδάωνα θεὸν μέγαν ἄρχομ' ἀείδειν
e la fine: καὶ μάκαρ εὐμενὲς ἦτορ ἔχων πλώουσιν ἄρηγε.

Thanks!! :)

Claudio8214

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Messaggioda *Yole* » 11 dic 2011, 15:16

è questo?

"Signore o sposo della Terra", Poseidone è dio del mare e di tutte le acque. Suo frequente attributo è il cavallo, che rappresenta le fonti che sgorgano dal sottosuolo. Poiché si riteneva che i terremoti fossero causati dalle acque sotterrane e egli è anche considerato "scuotitore della Terra" .
In molti popoli era presente il concetto di un dio maschile delle acque che feconda la Terra e ne diviene sposo, ma presso i Greci lo Zeus celeste signore della pioggia prevalse sul Poseidone ctonio delle acque sotterranee. Nell'inno Poseidone è salutato anche come "Salvatore di navi", cioè protettore di naviganti.

o questo:

Comincio a cantare Posidone, dio possente,
scuotitore della terra e del limpido mare,
dio marino che regna sull'Elicona e sull'ampia Ege.
Un duplice privilegio ti riconobbero gli dei, o Enosigeo:
d'essere domatore di cavalli, e salvatore di navi.
Salve, Posidone, signore della terra, dalla chioma cupa:
e tu, o beato, con cuore amico soccorri i naviganti.

poi ho trovato questo:


Ascolta Poseidone, Signore della Terra, dalla chioma turchina, equestre, che tieni tra le mani il tridente lavorato in bronzo, che abiti le fondamenta del mare che fai risuonare, dal cupo fragore, scuotitore della terra, ricco di flutti, datore di gioia, che lanci la quadriga, che agiti l’acqua salmastra con sibili marini, che hai ricevuto in sorte come terza parte la corrente profonda del mare, che ti diletti dei flutti insieme agli animali, Demone marino; salva le dimore della terra e lo slancio veloce delle navi, portando Irene, Igeia e prosperità irreprensibile.” Claudio Simeoni ci da una bellissima interpretazione dell’inno: “Questo Inno è un’invocazione che esprime gli attributi di Poseidone e ciò che egli è. L’inno è dell’ultimo periodo dell’antica religiosità greca e si sente nell’attribuire a Poseidone il mare quale territorio che gli è toccato in sorte. Tutte le attività di Poseidone sono le attività dell’Essere Mare e Poseidone viene identificato con quelle azioni mantenendo perciò l’antico significato di Poseidone come Mare Fecondo. Ricordo che nella “Teogonia” prima di Poseidone era nominato Ponto, il mare infecondo! Con il vomitare i suoi figli, Crono mette in moto le trasformazioni che portano alla nascita della vita. Così il mare non è più infecondo, diventa una grande Era nel quale germinano Esseri che iniziano il loro cammino di trasformazione per diventare Dèi. Uno dei simboli di Poseidone era il cavallo. Col dono del cavallo Poseidone tenta di concorrere con Atena per dare il nome alla città. Gli abitanti ritengono che il dono dell’ulivo sia più utile. La leggenda starebbe a simboleggiare la scelta degli abitanti di Atene di cessare di essere nomadi e diventare stanziali. Quanti mari hanno cavalcato! Poseidone è indicato come lo scuotitore della terra. La leggenda racconta come nel dividersi il mondo, fra i figli di Crono e Rea, a Poseidone toccò il mare, a Zeus il cielo, ad Ade il mondo sotterraneo; la terra e l’Olimpo divenne manifestazione di ognuno. Quello che voglio sottolineare in questo inno è un principio fondamentale del paganesimo politeista: è il mare il Dio che chiamiamo Poseidone o è Poseidone il Dio del Mare? L’agire è quanto qualifica il Dio! Chi agisce è il Mare di cui il Dio è la consapevolezza, la volontà che ne dirige l’azione. È il Dio che agita l’acqua salmastra o è l’acqua salmastra che agitandosi manifesta il suo essere Dio? La volontà è la falce dentata che Gea forgia per i suoi figli. Ma la volontà è manifestazione di un oggetto che nel manifestarla dimostra di essere un Dio. È dunque l’acqua salmastra che si agita e che persiste che manifesta il suo essere Poseidone e nel manifestare Poseidone ha cessato di manifestare Ponto, il mare infecondo! Con Poseidone il mare diventa fecondo, attraversato da miliardi di volontà che si trasformano. E allora la frase “che ti diletti dei flutti insieme agli animali, Demone marino” diventa: “Perché tu Mare esprimere il tuo essere Dio (Daimon, il Dio dentro ogni cosa, il suo essere ed esprimersi come un Dio) che puoi dilettarti con i flutti e gli animali marini!” Pensate che sia una differenza da poco? Provate ad andare in riva del mare in una giornata invernale ed ascoltatene i rumori dei flutti che sbattono sulle coste o sulla sabbia della spiaggia e poi mi direte se state ascoltando un Dio del mare o un mare che suona alle vostre orecchie con le parole tonanti di un Dio. Questa differenza è la differenza che distingue il cristiano che parla dei Pagani e i Pagani che parlano di loro stessi! Per questo, come Pagani Politeisti, guardando il mare, possiamo dire: “Salva le dimore della terra e lo slancio veloce delle navi, portando pace, salute e prosperità irreprensibile.” Però lo possiamo fare perché intuiamo, manifestiamo il nostro sentimento al mare che è Poseidone e non ad un vuoto muto che immaginiamo in forma umana e che manifestando la sua follia afferma: “Fermati vento!” perché si ritiene suo padrone!”

*Yole*

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