Cesare e Catone

Messaggioda ricciosa95 » 14 dic 2011, 14:26

Negli ultimi tempi della repubblica, tremende guerre interne lacerarono fortemente roma. Dopo il consolato di Mario, già non obbedivano all'autorità del senato nè agli ordini dei magistrati ma offrivano fiducia solo al loro comandante, esperto di arte militare, con la speranza di stipendi e bottino. Silla fece molte opere pubbliche, ma diminuì l'autorità dei tribuni della plebe: infatti abolì anche il diritto di veto. Inoltre con nuove leggi punì la forza e i delitti contro lo stato, ma fece anche le liste di proscrizione. Per le guerre civili dunque molti cittadini onesti persero il patrimonio familiare, i (trova flagitosi) invece innalzarono le opere.Così i saggi temevano per la salvezza della repubblica; gli improbi inoltre desideravano tanto onori e ricchezze, compivano impunemente sceleratezze, corrompevano i valori dei giovani. A così gravi mali non vi era alcuna speranza di rimedio. Inoltre nella sfortuna era dubbia anche la fedeltà degli amici e parenti: infatti denunciavano con la speranza di molto lucro parenti e affini.(Vere) furono i giorni fatali per la repubblica.

ricciosa95

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Messaggioda *Yole* » 14 dic 2011, 14:34

Extremis rei publicae temporibus Roma funestis bellis intestinis dilacerata est. Nam exercitus iam non parebant senatus auctoritati, sed fidem praebebant solum duci suo, rei militaris perito, spemercedis et exuviarum. Sulla dictator miseras plebis condiciones levavit, sed tribunorum auctoritatem minuit; nam ius intercessionis abolevit, praeterea tabulas proscriptionis instituit. Propter bella civilia igitur multi cives probi rem familiarem perdiderunt; flagitosi, contra, opes suas auxerunt. Dies vere tristes fuerunt, et boni iam de rei publicae salute desperabant: improbi honores et divitias tantum cupiebant, innumerabilem scelerum seriem committebant, iuventutis mores corrumpebant. Tantis malisnulla spes remedii erat. Praeterea in rebus adversis etiam amicorum vel propinquorum fides dubia erat: parentes quoque, spe lucri, a filiis denuntiabantur

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