da Jenny5842 » 25 dic 2011, 12:34
Titolo versione: Successi e stratagemmi di Annibale
Libro: (Tantucci,Ronconi....)
Autore: Cornelio nepote
Post pugnam apud Trasumènum Hannìbal in Apuliam pervènit, ubi obviam ei venerimi duo consules, C. Terentius et L. Aemilius. Utrìusque exercitus lile uno proelio fugavit, Paulum consulem occldit et aliquot praeterea consulares, in his Cn. Servilium Gemìnum, qui supe¬riore anno fuerat consul.
Hac pugna pugnata, Romam profectus est nullo resistente. In propinquis urbi montibus moratus est. Cum aliquot ibi dies castra habuisset et Capuani reverterètur, Q. Fabius Maxi-mas, dictator Romanus, in agro Falerno ei se obiècit. Hic clausus locorum angustiis noctu sine ullo detrimento exercitus se expedivit Fabioque, callidissimo imperatori, dedit verba (dare verba alicui = "farsi beffe di qualcuno"). Namque, obducta nocte, sarmenta in comibus iuvencorum deligàta incendii eiusque generis multitudinem magnam dispalàtam immisit. Quo repentino obiecto visu tantum terrorem iniecit exercitui Romanorum, ut egrédi extra vallum nemo voluerit. Hancpost rem gestampaucis diebus M. Minucium Rufum, magistrum equitum, dolo productum in proelium fugavit et Tiberìum Sempronium Gracchum in insidias inductum sustulit. Longum est ( = "sarebbe") omnia enumerare proelia. Quare hoc unum satis erit dictum: quamdiu ille in Italia fuit, nemo ei in ade restìtit, nemo adversus eum post Cannensem pugnam in campo castra posuit.
Traduzione
Dopo la battaglia presso il trasimento Annibale giunse in puglia, dove gli andarono incontro due consoli, Terenzio ed Emilio. Mise in fuga uno dei due eserciti, uccise il console Paolo e altri consoli, tra cui Gemino, che l'anno precedente era stato console. Combattuta questa battaglia partì in direzione di Roma, senza incontrare alcuna resistenza. Si accampò nei monti vicini alla città Dopo aver tenuti lì per alcuni giorni l’accampamento, mentre ritornava a Capua, si contrappose a lui Quinto Fabio Massimo, dittatore dei romani, nel territorio di Falerno lo affrontò. Qui limitato (nelle sue azioni) da una stretta gola, di notte, senza subire la perdita d’alcun soldato riuscì a liberarsi e ingannò l’astutissimo Fabio. Infatti, durante la notte, incendiò delle frasche dopo averle legate sulle corna dei buoi e le lanciò in ogni direzione un gran numero di buoi così preparati. Presentatasi ai nemici quest’improvvisa apparizione, inflisse loro tanto terrore che nessuno osò uscire dalla valle. Non molti giorni dopo quest’impresa, Marco Minucio Rufo, comandante della cavalleria, con poteri pari a quelli del dittatore, lo attirò in battaglia con l’inganno e lo mise in fuga. Sebbene fosse assente attirò in un’imboscata ed eliminò, nel territorio dei Lucani, Tiberio sempronio gracco, console per la seconda volta. Uccise allo stesso modo presso Venosa M. Claudio Marcello, console per la quinta volta. Sarebbe lungo elencare tutte le battaglie, perciò sarà sufficiente dire solo questo da cui si possa comprendere quanto sia stato grande: per tutto il tempo che si trovò in Italia, nessuno gli è resistito in una battaglia campale, nessuno dopo la battaglia di canne collocò l’accampamento in campo aperto di fronte al suo.