da Lucia Panico » 27 dic 2011, 15:30
Versione di latino dalla sintassi al testo pag 47 numero 14 da LIVIO
La preghiera del dittatore
Ingens multitudo replevit castra. Tum dictator, auspicato egressus, cum edixisset ut arma milites caperent: Tuo ductu, - inquit - Pythice Apollo, tuoque numine instinctus pergo ad delendam urbem Veios, tibique hinc decimam partem praedae voveo. Te simul, Iuno Regina, quae nunc Veios colis, precor, ut nos victores in nostram tuamque mox futuram urbem sequare (=sequaris), ubi te dignum amplitudine tua templum accipiet Haec precatus ab omnibus locis urbem adgreditur. Veientes, ignari iam in partem praedae suae vocatos (esse) deos, et (ignari) Iunonem ipsam, votis ex urbe sua evocatam (votis evocare = allontanare con preghiere), hostium templa novasque sedes spectare, in muros frustra discurrerunt
una grande folla riempì l'accampamento .allora il dittatore,uscendo dopo aver preso gli auspici,dopo aver inviato soldati a prendere le armi,disse:sotto la tua guida,oh apollo pitico,e infiammato dalla tua potenza,mi dirigo a distruggere la città di veio,e a te,da questo momento,offro in voto la decima parte del bottino.E contemporaneamente prego te,regina giunone,che ora proteggi veio,di seguire noi vincitori nella presto nostra e futura tua città,dove riceverai un tempio degno della tua grandezza.dopo aver innalzato queste preghiere la città viene assalita da tutti i punti.I venienti,ignari del fatto che gli dei sono stati invocati a prendere parte al loro bottino,e ignari del fatto che la stessa giunone,allontanata con le preghiere dalla sua città,aspirava ai templi dei nemici e a nuove sedi,corsero invano alle mura.