A CARTAGINE SI DISCUTE SULLE CONDIZIONI DI PACE CON ROMA

Messaggioda Michela.I.94 » 3 gen 2012, 13:16

Versione di latino, autore Livio
Titolo: A CARTAGINE SI DISCUTE SULLE CONDIZIONI DI PACE CON ROMA
da "CALLLIDAE VOCES" pag 239 n° 101


Has condiciones legati cum domum referre iussi in contione ederent et Gisgo ad dissuadendam pacem processisset audireturque a multitudine inquieta eadem et imbelli, indignatus Hannibal dici ea in tali tempore audirique arreptum Gisgonem manu sua ex superiore loco detraxit. quae insueta liberae ciuitati species cum fremitum populi mouisset, perturbatus militaris uir urbana libertate 'nouem' inquit 'annorum a uobis profectus post sextum et tricesimum annum redii. militares artes, quas me a puero fortuna nunc priuata nunc publica docuit, probe uideor scire: urbis ac fori iura, leges, mores uos me oportet doceatis.' excusata imprudentia de pace multis uerbis disseruit quam nec iniqua et necessaria esset. id omnium maxime difficile erat quod ex nauibus per indutias captis nihil praeter ipsas comparebat naues, nec inquisitio erat facilis aduersantibus paci qui arguerentur. placuit naues reddi et homines utique inquiri: cetera quae abessent aestimanda Scipioni permitti atque ita pecunia luere Carthaginienses.--sunt qui Hannibalem ex acie ad mare peruenisse, inde praeparata naue ad regem Antiochum extemplo profectum tradant, postulantique ante omnia Scipioni ut Hannibal sibi traderetur responsum esse Hannibalem in Africa non esse.

I legati, ricevuto l'ordine di riferire in patria queste condizioni, le stavano esponendo in assemblea, quando Gisgone si fece avanti per parlare contro il trattato di pace: ad ascoltarlo c'era una folla inquieta e tuttavia poco propensa alla guerra; Annibale, preso da sdegno perchè in una occasione del genere venivano pronunciate e ascoltate simili cose, afferrò personalmente Gisgone tirandolo giù dal podio. Questo spettacolo, per nulla abituale in una libera città, suscitò, in mezzo alla folla, un mormorio e l'uomo abituato alle armi apparve disorientato da quella libertà di parola vigente in città. Disse: "Partito da qui quando avevo nove anni, sono tornato dopo trentasei; credo di conoscere bene l'arte militare che mi è stata insegnata, fin dalla fanciullezza, dalla mia condizione ora di privato cittadino ora di uomo pubblico; ma credo proprio che voi mi dobbiate insegnare il diritto, le leggi, gli usi della vita cittadina e del foro". Dopo essersi scusato per quell'atto inconsulto, discusse a lungo sulla pace, su quanto essa fosse iniqua, su quanto fosse necessaria. La cosa più difficile era che, delle navi catturate durante la tregua, non si trovava nulla se non le navi stesse; l'inchiesta non si presentava facile perchè quelli che fossero stati messi sotto accusa si sarebbero detti contrari alla pace. Fu deciso di restituire ugualmente le navi e di ricercare gli uomini di equipaggio; tutto il resto che mancava sarebbe stata fatto valutare da Scipione e risarcito dai Cartaginesi in denaro. Alcuni sostengono che Annibale abbia raggiunto direttamente il mare dal campo di battaglia, e di lì, su una nave predisposta, sia subito fuggito presso il re Antioco. E quando Scipione, come prima cosa, chiese che gli fosse consegnato Annibale, gli fu risposto che egli non si trovava più in Africa.

Michela.I.94

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Messaggioda jessy.7 » 3 gen 2012, 13:21

grazieate

ti do il credito

jessy.7

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