da fede19993 » 7 gen 2012, 17:40
dal libro PERLEGERE versioni latino versione n.341 pag.466
titolo:
Non ci sono circostanze che possano impedire l'esercizio della sapienza
è pronto ad entrambi i casi.cosi,dico,si è preparato a mostrare la sua virtù,sia nella fortuna che nella sfortuna,e a guardare non l'oggetto a cui si applica la virtù, ma direttamente ad essa,perciò non lo ferma nè la povertà,nè il dolore,nè qualcun'altra cosa che distolga e metta in fuga gli ignoranti.pensi che i mali lo abbattano.al contrario,se ne serve.Fidia non sapeva scolpire solo statue di avorio,le faceva anche di bronzo.se avesse avuto a disposizione marmo o un materiale anora meno pregiato,avrebbe fatto il meglio che la materia consentiva.cosi il saggio dimostrerà la sua virtù ,se è possibile nella ricchezza,se non meno in povertà;se potrà in patria,sennò,in esilio;come comandante supremo , sennò come soldato;sano,sennò storpio.qualunque sia il suo destino,ne riceverà cose memorabili.vi sono domatori che ammaestrano bestie ferocissime e spaventose a trovarsele davanti,e non si accontentano di averle private della loro fierezza,le ammansiscono fino ad averne familiarità:il domatore caccia la mano nelle fauci del leone,il sorvegliante bacia la tigre,un giovanissimo etiope fa inginocchiare un elefante e lo fa passeggiare sulla fune.cosi il saggio è capace di domare i mali:il dolore,la miseria,il disonore,il carcere,l'esilio,spaventosi sempre davanti a lui diventano mansueti.