da giada » 10 gen 2012, 14:58
Dal de officis di Cicerone.
Quamquam praeclare Socrates hanc viam ad gloriam proximam et quasi compendiariam dicebat esse, si quis id ageret, ut qualis haberi vellet, talis esset. Quod si qui simulatione et inani ostentatione et ficto non modo sermone sed etiam voltu stabilem se gloriam consequi posse rentur, vehementer errant. Vera gloria radices agit atque etiam propagatur, ficta omnia celeriter tamquam flosculi decidunt nec simulatum potest quicquam esse diuturnum. Testes sunt permulti in utramque partem, sed brevitatis causa familia contenti erimus una. Tiberius enim Gracchus, P. f., tam diu laudabitur, dum memoria rerum Romanarum manebit, at eius filii nec vivi probabantur bonis et mortui numerum optinent iure caesorum.
E' vero che Socrate diceva, con parole assai famose, che la via più breve e quasi la scorciatoia per la gloria è quella di comportarsi in modo da essere tali, quali si voglia esser stimati; ma sbagliano in maniera molto grave quanti credono di poter ottenere una gloria duratura con la simulazione e con un vano ostentare, non solo con discorsi falsi, ma anche con l'aspetto esteriore. La vera gloria pone salde radici ed anche si accresce; ogni finzione cade rapidamente come i fiori delicati e non vi può essere alcuna simulazione duratura. Vi sono moltissimi esempi nell'uno e nell'altro caso, ma per brevità ci accontenteremo di quello di una sola famiglia. Si loderà Tiberio Gracco, figlio di Publio, fino a quando durerà il ricordo della romanità. Ma i suoi figli da vivi non riscuotevano l'approvazione dei buoni e da morti sono nel novero degli uccisi a giusta ragione
e questa parte qui:
Sed ut facillime, quales simus, tales esse videamur, etsi in eo ipso vis maxima est, ut simus ii, qui haberi velimus, tamen quaedam praecepta danda sunt. Nam si quis ab ineunte aetate habet causam celebritatis et nominis aut a patre acceptam, quod tibi, mi Cicero, arbitror contigisse, aut aliquo casu atque fortuna, in hunc oculi omnium coniciuntur atque in eum, quid agat, quemadmodum vivat, inquiritur, et, tamquam in clarissima luce versetur, ita nullum obscurum potest nec dictum eius esse nec factum.[/quote]
Ma per sembrare tali quali siamo con la maggior facilità, benché in ciò stesso sia l'efficacia piu grande, e cioè nell'essere quelli che vorremmo apparire agli occhi degli altri, tuttavia si devono dare alcuni consigli. Se qualcuno sin dalla giovinezza ha un qualche titolo di celebrità e di rinomanza o ricevuto dal padre (e questo è il tuo caso credo o mio Cicerone) o per qualche fortunata circostanza, ha f issi su di sé gli occhi di tutti; s'indaga nei suoi riguardi, che cosa faccia, come viva e, come se si trovasse nella luce più piena, così non vi può essere alcuna sua parola o fatto oscuro.