Perchè temere il terremoto? -Seneca- versione latino

Messaggioda FràSaffa » 15 gen 2012, 19:42

Libro:Nuovo dalla sintassi al testo
Inizio:Non desunt qui hoc mortis genus...
Fine:...in illam regionem accessuros (esse).

Non desunt qui hoc genus mortis magis timeant quo in abruptum cum sedibus suis eunt et e viuorum numero viui auferuntur, tamquam non omne fatum ad eundem terminum ueniat. Hoc habet inter cetera iustitiae suae natura praecipuum quod, cum ad exitum uentum est, omnes in aequo sumus.
Nihil itaque interest utrum me lapis unus elidat, an monte toto premar; utrum supra me domus unius onus ueniat et sub exiguo eius cumulo ac puluere exspirem, an totus caput meum terrarum orbis abscondat; in luce hunc et in aperto spiritum reddam an in uasto terrarum dehiscentium sinu; solus in illud profundum an cum magno comitatu populorum concadentium ferar; nihil interest mea quantus circa mortem meam tumultus sit: ipsa ubique tantundem est. Proinde magnum sumamus animum aduersus istam cladem, quae nec euitari nec prouideri potest, desinamusque audire istos, qui Campaniae renuntiauerunt quique post hunc casum emigrauerunt negantque ipsos umquam in illam regionem accessuros

Non mancano persone che temono maggiormente questo tipo di morte per il quale vanno a finire nell’abisso con le loro dimore e vengono strappati dal novero dei viventi, come se non ogni destino giungesse alla medesima conclusione. Fra le altre prove che la natura ci offre della sua giustizia, questa è quella decisiva: che quando siamo arrivati alla fine della vita, siamo tutti sullo stesso piano. Dunque, non importa se è una pietra a schiacciarmi o una montagna intera a stritolarmi, se mi cade addosso il peso di una sola casa e io spiro sotto il piccolo mucchio delle sue rovine polverose o l’intero globo terrestre fa sparire la mia persona, se esalo l’ultimo respiro alla luce e all’aperto o nell’immensa voragine delle terre che si spalancano, se sono portato nell’abisso da solo o in compagnia di un seguito numeroso di popoli che cadono insieme con me; non mi importa affatto che attorno alla mia morte ci sia un gran clamore: essa è ovunque altrettanto grande. Quindi, facciamoci coraggio contro questa catastrofe che non può essere né evitata né prevista, e smettiamo di dare ascolto a costoro che hanno rinunciato alla Campania e che sono emigrati dopo questo evento e negano di rimettere piede in quella regione.

FràSaffa

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Messaggioda *Yole* » 15 gen 2012, 20:22



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