Versione di latino
Una fanciulla disonorata di Livio dal libro
In pratica e in teroia pag.401 n°343TestoTraduzioneIl desiderio di stuprare la vergine plebea prese Appio Claudio. Il padre della vergine, Lucio Virginio, comandava una rispettabile centuria dell'Algido, uomo di buon esempio in pace e in guerra. Aveva promesso in matrimonio la figlia all'ex tribuno Lucio Icilio, uomo severo e di provato valore a favore della causa della plebe. Appio fuori di sè per amore avendo tentato dal pregio e dalla speranza di attirare questa vergine diventata grande e clemente per il bell'aspetto, in segiuto si era accorto che tutti i suoi tentativi erano preclusi dalla pudicizia, in un crudele e superbo animo si coverti alla violenza. Diede un incarico al cliente M. Claudio, affinchè facesse schiava la vergine. Quindi, andando M. Claudio a prendere la vergine, Virginio tendendo la mani verso Claudio disse: "Appio, ad Icilio ho premesso a mia figlia per le nozze e non per lo stupro l'ho educata". Essendo respinto il difensore dalla vergine dalla cerchia di donne e di coloro che non erano stati chiamati, fu fatto silenzio grazie all'aralda. Allora Virginio, quando non vide alcun aiuto da qualche parte, disse: "Ti prego Appio, per prima cosa perdona il dolore paterno; in segiuto lascia che chieda, d'innanzi la vergine, alla nutrice come stanno le cose". Ottenuto il permesso, prese la vergine e la nutrice e le portò presso il tempio di Cloacina, vicino alle botteghe che ora sono dette Nuove e dopo aver afferrato una lama da macellaio, disse: "Così, figlia, io ti rivendico nella libertà nell'unico modo che posso". Dopo di che il petto della ragazza trafisse.