Ostracismo di Aristide- Latino, libro et esperienze

Messaggioda lisanna95 » 13 feb 2012, 15:52

Versione latino dal libro et esperienze di traduzione...la versione è ostracismo di Aristide pag 287 n1 grazieate

lisanna95

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Messaggioda andreaelena » 13 feb 2012, 15:54

L'ateniese aristide, figlio di Lisimaco, fu quasi coetaneo si Temistocle. Pertanto lottò contro di lui per il primato: infatti si avversarono. Ora tra questi fu conosciuta, quanto più valesse l'eloquenza che l'innocenza. Sebbene infatti Aristide talmente si distingueva per la misura, come solo a memoria d'uomo, che noi senza dubbio abbiamo ascoltato, sia chiamato con il soprannome il giusto, tuttavia scocco (nella reputazione) da Temistocle, quegli fu condannato dall'ostracismo all'esilio per dieci anni. E questi senza dubbio, poichè comprese che non poteva respingere la folla agitata, e poichè andava via avendo visto certamente coloro che scrivevano, affinchè venisse colpita la patria, si dice che avesse chiesto ad egli, per quale ragione fosse fatto questo o cosa avesse commesso Aristide, perchè fosse ritenuto meritevole di tanta punizione. E a questi egli rispose che Aristide se ignorare, ma che non era soddisfatto di se, poichè si era affaticato tanto bramosamente, che era chiamato giusto più di tutti gli altri. :razz: :razz: :razz: :razz: :razz:

andreaelena

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Messaggioda *Yole* » 13 feb 2012, 15:55

metti inizio e fine

o dimmi se è questo il testo latino

Aristides, Lysimachi filius, Atheniensis, aequalis fere fuit Themistocli itaque cum eo de principatu contendit: namque obtrectarunt inter se. In his autem cognitum est, quanto antestaret eloquentia innocentiae. Quamquam enim adeo excellebat Aristides abstinentia, ut unus post hominum memoriam, quem quidem nos audierimus, cognomine Iustus sit appellatus, tamen a Themistocle collabefactus testula illa exilio decem annorum multatus est. Qui quidem cum intellegeret reprimi concitatam multitudinem non posse, cedensque animadvertisset quendam scribentem, ut patria pelleretur, quaesisse ab eo dicitur, quare id faceret aut quid Aristides commisisset, cur tanta poena dignus duceretur. Cui ille respondit se ignorare Aristiden, sed sibi non placere, quod tam cupide elaborasset, ut praeter ceteros Iustus appellaretur

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