da marzia » 16 feb 2012, 20:36
Libro III capitolo 20
Se qualcuno pensa che la servitù penetri in tutto l’uomo, sbaglia.La sua parte migliore rimane immune: i corpi sono soggetti ed assegnati ai padroni:invece è autonoma la sua anima ed essa è talmente libera ed indipendente che non può essere impedita neppure da questo carcere in cui è chiusa,dal servirsi del suo impeto e dal perseguire grandi idee, e di spaziare nell’infinito come compagna delle realtà celesti.E’ quindi il corpo che la fortuna ha assegnato al padrone;questo compra, questo vende;quella parte più profonda (l’anima) non può essere venduta.Qualsiasi cosa provenga da esse, è libera;né infatti noi possiamo ordinare ogni cosa, né gli schiavi sono costretti ad obbedire in tutto e per tutto:contro lo Stato non eseguono gli ordini,non parteciperanno ad alcun crimine.
Libro III capitolo 21
Vi sono cose che le leggi non ordinano e non vietano di fare:è in queste che lo schiavo ha l’occasione di beneficare;fintanto che viene fatto ciò che si è soliti esigere da uno schiavo, si tratta di servizio; ma quando è di più do quanto non sia necessario per uno schiavo, allora è un beneficio: nel momento in cui passa a un sentimento di amicizia, cessa di essere chiamato servizio. Vi sono cose che il padrone deve dare al proprio schiavo, come il cibo, le vesti; nessuno chiama ciò un beneficio: ma gli ha mostrato benevolenza, lo ha educato in modo piuttosto liberale, gli ha insegnato le arti che si insegnano ai liberi:ecco il beneficio.Lo stesso succede,viceversa,per la persona dello schiavo.Qualsiasi cosa abbia superato i limiti del dovere di uno schiavo, ciò che è dato non dietro un comando, ma per spontanea volontà, solo se è tale da essere chiamato in questo modo, chiunque sia chi lo dà.