I re macedoni-da test di latino. Nepote

Messaggioda orzobimbo » 27 feb 2012, 19:27

I re macedoni

Del popolo macedone due superarono di gran lunga gli altri per gloria militare: Filippo, figlio di Aminta, e Alessandro Magno. Di essi il secondo morì di malattia a Babilonia, mentre Filippo venne ucciso ad Ege da Pausania vicino al teatro, mentre andava ad assistere ai giochi. Unico epirota (si distinse) Pirro, che combatté col popolo romano. Egli, quando stava assediando la città di Argo nel Peloponneso, morì colpito da una pietra. Allo stesso modo, unico tra i Siciliani, Dionigi il vecchio. Infatti egli fu sia prode sia esperto di arte militare, dote che non si trova facilmente in un tiranno, niente affatto sfrenato nelle passioni, né amante del lusso né avido, insomma desideroso di niente altro se non di un dominio personale ed illimitato nel tempo e quindi crudele: infatti finché cercò di rafforzare il suo potere, non risparmiò la vita di nessuno che giudicasse potenziale minaccia per esso. Una volta conquistata la tirannide con le sue capacità, egli la mantenne in grande prosperità: infatti morì a più di sessanta anni di età, mentre il suo regno era fiorente. E in tanti anni non vide mai la morte di nessuno della sua stirpe, per quanto avesse avuto figli da tre mogli e gli fossero nati molti nipoti.

Cornelio Nepote, I re XXI, 2

orzobimbo

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Messaggioda jessy.7 » 27 feb 2012, 19:52

grazieate

ti assegno il credito però metti inizio e fine

jessy.7

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Messaggioda *Yole* » 27 feb 2012, 22:46

Ex Macedonum autem gente duo multo ceteros antecesserunt rerum gestarum gloria: Philippus, Amyntae filius, et Alexander Magnus. Horum alter Babylone morbo consumptus est: Philippus Aegiis a Pausania, cum spectatum ludos iret, iuxta theatrum occisus est. Unus Epirotes, Pyrrhus, qui cum populo Romano bellavit. Is cum Argos oppidum oppugnaret in Peloponneso, lapide ictus interiit. Unus item Siculus, Dionysius prior. Nam et manu fortis et belli peritus fuit et, id quod in tyranno non facile reperitur, minime libidinosus, non luxuriosus, non avarus, nullius denique rei cupidus nisi singularis perpetuique imperii ob eamque rem crudelis. Nam dum id studuit munire, nullius pepercit vitae, quem eius insidiatorem putaret. Hic cum virtute tyrannidem sibi peperisset, magna retinuit felicitate. Maior enim annos LX natus decessit florente regno neque in tam multis annis cuiusquam ex sua stirpe funus vidit, cum ex tribus uxoribus liberos procreasset multique ei nati essent nepotes.

*Yole*

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