da sarahmiryam » 1 mar 2012, 15:00
Nondum maturus imperio Ascanius Aeneae filius erat; tamen id imperium ei ad puberem aetatem incolume mansit; tantisper tutela muliebri—tanta indoles in Lavinia erat—res Latina et regnum avitum paternumque puero stetit. Haud ambigam—quis enim rem tam veterem pro certo adfirmet?—hicine fuerit Ascanius an maior quam hic, Creusa matre Ilio incolumi natus comesque inde paternae fugae, quem Iulum eundem Iulia gens auctorem nominis sui nuncupat. Is Ascanius, ubicumque et quacumque matre genitus—certe natum Aenea constat—abundante Lavinii multitudine florentem iam ut tum res erant atque opulentam urbem matri seu novercae relinquit, novam ipse aliam sub Albano monte condidit quae ab situ porrectae in dorso urbis Longa Alba appellata. Inter Lavinium et Albam Longam coloniam deductam triginta ferme interfuere anni. Tantum tamen opes creuerant maxime fusis Etruscis ut ne morte quidem Aeneae nec deinde inter muliebrem tutelam rudimentumque primum puerilis regni movere arma aut Mezentius Etruscique aut ulli alii accolae ausi sint. Pax ita conuenerat ut Etruscis Latinisque fluuius Albula, quem nunc Tiberim vocant, finis esset. Silvius deinde regnat Ascani filius, casu quodam in siluis natus; is Aeneam Silvium creat; is deinde Latinum Silvium. Ab eo coloniae aliquot deductae, Prisci Latini appellati. Mansit Silviis postea omnibus cognomen, qui Albae regnarunt. Latino Alba ortus, Alba Atys, Atye Capys, Capye Capetus, Capeto Tiberinus, qui in traiectu Albulae amnis submersus celebre ad posteros nomen flumini dedit. Agrippa inde Tiberini filius, post Agrippam Romulus Silvius a patre accepto imperio regnat. Aventino fulmine ipse ictus regnum per manus tradidit. Is sepultus in eo colle qui nunc pars Romanae est urbis, cognomen colli fecit. Proca deinde regnat. Is Numitorem atque Amulium procreat, Numitori, qui stirpis maximus erat, regnum vetustum Silviae gentis legat. Plus tamen vis potuit quam voluntas patris aut verecundia aetatis: pulso fratre Amulius regnat. Addit sceleri scelus: stirpem fratris virilem interemit, fratris filiae Reae Silviae per speciem honoris cum Vestalem eam legisset perpetua virginitate spem partus adimit.
Ascanio figlio di Enea non era ancora maturo per il regno;tuttavia tale regno gli fu conservato incolume fino all'età adulta;
intanto il governo latino e il regno ereditato dal padre rimase al fanciullo sotto la tutela della donna,tanto era l'ingegno in Lavinia.
Che io non discuta - chi infatti affermerebbe per certa una cosa così antica? - se proprio questo Ascanio o uno più anziano,nato dalla madre Creusa ad Ilio ancora incolume e dopo compagno della fuga paterna,il medesimo Iulio che la gente Giulia chiama autore del suo nome.
Questo Ascanio in ogni luogo e da qualunque madre fosse stato partorito - è certamente evidente che discenda da Enea - essendo abbondante la popolazione in Lavinio,lasciò alla madre o matrigna la città già ricca e fiorente,così erano le cose allora,e egli stesso ne fondò una nuova ai piedi del monte Albano,la quale fu chiamata Alba Longa per il posto esteso sul dorso del colle.
Tra la fondazione di Lavinio e della colonia di Alba Lonfa trascorsero quasi trent'anni. Tuttavia tanto si erano sviluppate le ricchezze soprattutto dopo aver sconfitto gli Etruschi che neppure alla morte di Enea, né durante la tutela femminile e i primi inizi del regno del fanciullo nè gli abitanti di Mesenzio né gli Etruschi osarono muovere guerra contro i popoli vicini.
Così fu stabilita la pace che il fiume Abula fosse il confine tra gli Etruschi e i Latini il quale ora è chiamato Tevere.
In seguito regnò Silvio,figlio di Ascanio,nato per caso in un bosco. Lui generò Enea Silvio;egli in seguito Latino Silvio.
Da lui sono state fondate alcune colonie chiamate dei Prischi Latini.
Poiu a tutti rimase il nome di Silvii,i quali regnarono su Alba. Da Latino nacque Alba,da Alba Atis,da Atis Capis,da Capis Capeto,da Capeto Tiberino il quale essendo affogato nel corso del fiume Albula diede il famoso nome al fiume per i posteri.
Quindi regnò Agrippa figlio di Tiberino,dopo avendo ricevuto il regna dal padre Agrippa. Egli stesso colpito da un fulmine lasciò in eredità il regno ad Aventino. Egli sepolto in quel monte che ora è parte della città di Roma diede il nome al monte.
Dopo regnò Proca. Egli generò Numitore e Amulio;
Numitore che era il più grande della stirpe passò il vecchio regno alla gente Silvia. Tuttavia valse di più la violenza che il volere del padre o l'ingenuità dell'età.
Cacciato il fratello regnò Amulio.Aggiunse delitto a delitto; distrusse la stirpe maschile del fratello e alla nipote Rea Silvia avendola nominata Vestale con il pretesto di onorarla,tolse con la perpetua verginità la speranza del parto.