DE AMICITIA (cicerone paragrafo6)

Messaggioda creso e delfi » 2 mar 2012, 16:17

Fannius: Sunt ista, Laeli; nec enim melior vir fuit Africano quisquam nec clarior. Sed existimare debes omnium oculos in te esse coniectos unum; te sapientem et appellant et existimant. Tribuebatur hoc modo M. Catoni; scimus L. Acilium apud patres nostros appellatum esse sapientem; sed uterque alio quodam modo, Acilius, quia prudens esse in iure civili putabatur, Cato, quia multarum rerum usum habebat; multa eius et in senatu et in foro vel provisa prudenter vel acta constanter vel responsa acute ferebantur; propterea quasi cognomen iam habebat in senectute sapientis.



Fannio: E' così, Lelio: non ci fu uomo migliore né più illustre dell'Africano. Ma tu devi pensare che gli occhi di tutti sono rivolti su te solo: te solo chiamano e stimano sapiente. Questo nome si dava poco fa a Marco Catone, e sappiamo che Lucio Acilio dai nostri padri era detto sapiente; ma l'uno e l'altro in un senso diverso: Acilio, perché si stimava che fosse esperto nel diritto civile; Catone, perché aveva esperienza di molte cose; di lui molte cose si raccontavano o con accortezza previste, o con fermezza operate, o con acutezza risposte e in senato e nel foro: perciò nella vecchiezza già aveva, per così dire, il soprannome di Sapiente.

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Messaggioda jessy.7 » 2 mar 2012, 17:29

grazieate

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