de AMICITIA (cicerone paragrafo8)

Messaggioda creso e delfi » 2 mar 2012, 16:19

Scaevola: Quaerunt quidem, C. Laeli, multi, ut est a Fannio dictum, sed ego id respondeo, quod animum adverti, te dolorem, quem acceperis cum summi viri tum amicissimi morte, ferre moderate nec potuisse non commoveri nec fuisse id humanitatis tuae; quod autem Nonis in collegio nostro non adfuisses, valetudinem respondeo causam, non maestitiam fuisse. Laelius: Recte tu quidem, Scaevola, et vere; nec enim ab isto officio, quod semper usurpavi, cum valerem, abduci incommodo meo debui, nec ullo casu arbitror hoc constanti homini posse contingere, ut ulla intermissio fiat officii.



Scevola: Me lo chiedono sì, Lelio, molti, come ha detto Fannio, ma io rispondo quel che ho osservato io stesso, che cioè tu sopporti con moderazione il dolore che t'è venuto dalla morte di un uomo sommo e a te amicissimo; e che non potevi non commuoverti, né ciò del resto l'avrebbe permesso la tua umanità; quanto al fatto che nelle passate None tu non sei stato presente alla nostra adunanza, rispondo che la causa fu la salute e non il cordoglio. Lelio: Tu, Scevola, hai risposto proprio il vero: né infatti una mia disgrazia mi avrebbe dovuto distogliere da codesto dovere, che sempre ho compiuto quando stavo bene, né credo che per alcun caso a un uomo di carattere possa capitare di trascurare il suo dovere.

creso e delfi

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Messaggioda jessy.7 » 2 mar 2012, 17:30

grazieate

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