da creso e delfi » 2 mar 2012, 16:21
Quam ob rem vita quidem talis fuit vel fortuna vel gloria, ut nihil posset accedere, moriendi autem sensum celeritas abstulit; quo de genere mortis difficile dictu est; quid homines suspicentur, videtis; hoc vere tamen licet dicere, P. Scipioni ex multis diebus, quos in vita celeberrimos laetissimosque viderit, illum diem clarissimum fuisse, cum senatu dimisso domum reductus ad vesperum est a patribus conscriptis, populo Romano, sociis et Latinis, pridie quam excessit e vita, ut ex tam alto dignitatis gradu ad superos videatur deos potius quam ad inferos pervenisse.
Sicché la sua vita per fortuna e gloria fu tale che nulla si poteva aggiungere; e la rapidità della morte gli tolse il senso di morire. Ma di tal specie di morte è difficile discorrere; che cosa la gente sospetti voi lo vedete; tuttavia si può ben dir questo, che a Publio Scipione, di molti giorni che egli vide nella sua vita festeggiatissimi e lietissimi il più luminoso fu quello in cui, terminate le sedute in senato, fu ricondotto verso sera a casa dai padri coscritti, dal popolo romano, dagli alleati e dai Latini, giorno avanti quello in cui uscì di vita, cosi che da tanto alto grado di dignità sembra naturale sia salito ai Superi, piuttosto che disceso agli Inferi.