da Mary_1 » 3 mar 2012, 12:06
Quibusdam, quos audio sapientes habitos in Graecia, placuisse opinor mirabilia quaedam: partim fugiendas esse nimias amicitias, ne necesse sit unum sollicitum esse pro pluribus; satis superque esse sibi suarum cuique rerum, alienis nimis implicari molestum esse; commodissimum esse quam laxissimas habenas habere amicitiae, quas vel adducas, cum velis, vel remittas; caput enim esse ad beate vivendum securitatem, qua frui non possit animus, si tamquam parturiat unus pro pluribus.
TRADUZIONE:
Infatti credo che alcuni paradossi siano piaciuti ad alcuni che sentono dire che furono stimati saggi in Grecia, ma non c'è nulla che quelli non perseguano con ragionamenti cavillosi: alcuni(ritengono) che le amicizie troppo strette siano da evitare, perché non debba uno solo darsi pena per tutti; ciascuno ne ha a sufficienza e anche d'avanzo delle sue proprie faccende,che è fastidioso essere troppo coinvolti in (quelle) altrui; cosa ottima è invece tenere le redini dell'amicizia il più lunghe possibili, e le tirerai quando vuoi, o le allenterai, (ritengono) che la cosa principale per vivere felicemente sia la tranquillità, di cui l’animo non potrebbe godere,se uno solo, per così dire partorisce per molti.