Versione di latino Temistocle scrive ad Artaserse Lexis

Messaggioda disabile » 12 mar 2012, 15:20

Tucidide, il quale lasciò la storia di quei tempi, narra che Temistocle, cacciato da Atene per l'invidia dei suoi cittadini, abbia mandato una lettera ad Artaserse, re dei Persiani, con queste parole:"Venni da te,io,Temistocle,che di più tra i Greci ho recato moltissimi mali alla tua famiglia, fino a quando mi fu necessario combattere contro tuo padre e difendere la mia patria. Feci io stesso molte più cose buone, dopo che cominciai ad essere io al sicuro,lui in pericolo. Infatti quando, dopo la battaglia di Salamina, lui voleva tornare in Asia, lo informai per lettera che si progettava che venisse distrutto il ponte che aveva fatto sull'Ellesponto e che lui (sott.Serse) fosse accerchiato dai nemici; con quel messaggio Serse fu salvato dal pericolo.
Ora eccomi rifugiato presso di te,braccato da tutta la Grecia,chiedendo la tua amicizia,che (riferito a "amicizia") se otterò, mi avrai come amico non meno fedele di quanto lui mi sperimentò nemico accanito.
Questo allora ti chiedo, che tu mi conceda un anno di tempo per occuparmi del piano che voglio trattare con te, al termine del quale mi permetta di venire da te".

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Messaggioda *Yole* » 12 mar 2012, 15:29

Thucydides, qui illorum temporum historiam reliquit. et eiusdem civitatis fuit. Is autem ait ad Artaxerxen eum venisse atque his verbis epistulam misisse: "Themistocles veni ad te, qui plurima mala omnium Graiorum in domum tuam intuli, quam diu mihi necesse fuit adversum patrem tuum bellare patriamque meam defendere. Idem multo plura bona feci, postquam in tuto ipse et ille in periculo esse coepit. Nam cum in Asiam reverti vellet proelio apud Salamina facto, litteris eum certiorem feci id agi, ut pons quem in Hellesponto fecerat dissolveretur atque ab hostibus circumiretur; quo nuntio ille periculo est liberatus. Nunc autem confugi ad te exagitatus a cuncta Graecia, tuam petens amicitiam; quam si ero adeptus, non minus me bonum amicum habebis quam fortem inimicum ille expertus est. Te autem rogo ut de iis rebus quam tecum conloqui volo annuum mihi tempus des eoque transacto ad te venire patiaris.



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