da Ebedizio » 17 mar 2012, 17:08
TITOLO: I SOLDARTI ROMANI
LIBRO: LETTURE LATINE 1
PAG. 42 N. 40
Milites Romani etiam in magno discrimine vitae acriter et strenue pugnabunt et patriam a periculo servabunt. Nam a pueritia disciplinam et artem belli discunt, labore adsiduo solent se exercere (=esercitarsi) in proeliis cotidianis, et, cum libertatem patriae in periculo vident, accurrunt ad defensionem sine timore nec mora. Cum militibus Romanis etiam auxilia sunt, quia etiam populi victi ad defensionem urbis Romae milites dant et Romae socii sunt. Milites Romani in cohortibus pugnant et legionibus, robur exercitus (dell’esercito) Romani, socii in auxiliis. Si Romanos in discrimine vident, consules auxilia ad pugnam vocant et contra hostes mittunt: sape socii strenue ac fortiter pugnant, raro defectionem faciunt,. Saepe, post victoriam, militibus agrum senatores adsignant et miles agricola fit (=diventa): ita multi milites Romani, quia in bello strenui erant, in pace miseri non sunt.
traduzione:
I soldati romani combatteranno accanitamente e valorosamente anche nella grande difficoltà della vita e salveranno la patria dal pericolo. Infatti dalla fanciullezza imparano la disciplina e l'arte della guerra, sono soliti esercitarsi con uno sforzo continuo in lotte quotidiane e, quando considerano in pericolo la libertà della patria, accorrono in difesa senza timore né indugio. Con i soldati romani ci sono anche delle truppe ausiliarie, poiché anche i popoli sconfitti forniscono dei militari a difesa della città di Roma e sono alleati di Roma. I soldati romani combattono in coorti e in legioni, forza dell'esercito romano, gli alleati in truppe ausiliarie. Se vedono i romani in difficoltà, i consoli chiamano in battaglia e mandano contro i nemici le truppe ausiliarie: spesso gli alleati combattono valorosamente e vigorosamente, raramente praticano la diserzione. Spesso, dopo la vittoria, i senatori assegnano un campo ai militari e il soldato diventa un contadino: così molti soldati romani, poiché erano valorosi in guerra, in pace non sono miseri.