da stuurm » 21 mar 2012, 20:10
Alessandro fonda la città di Alessandria. C. Rufo
Alexander ab Hammone rediens ut Mareotin paludem haud procul insula Pharo sitam venit, contemplatus loci naturam, primum in ipsa insula statuerat urbem novam condere; inde, ut adparuit magnae sedis insulam haud capacem esse, elegit urbi locum, in quo nunc est Alexandria. Complexus quidquid soli est inter paludem ac mare, octoginta stadiorum muris ambitum destinat et, qui exaedificandae urbi praeessent relictis, Memphin petit. Cupido, haud iniusta quidem, ceterum intempestiva, incesserat non interiora modo Aegypti, sed etiam Aethiopiam invisere; sed imminens bellum eum redire ad ostium Nili coegit. Ex finitimis urbibus commigrare Alexandriam iussis, novam urbem magna multitudine inplevit. Fama est, cum rex orbem futuris muris polenta, ut Macedonum mos est, destinasset, avium greges advolasse, et polenta esse pastas; cumque id omen pro tristi a plerisque esset acceptum, respondisse vates, magnam illam urbem advenarum frequentiam culturam, multisque eam terris alimenta praebituram.
Alessandro, ritornando da Ammone, appena giunse alla palude Mareotide, situata non lontano dall’isola Faro, avendo osservato la natura del luogo, per prima cosa aveva stabilito nella stessa isola di fondare una nuova città; poi, quando fu chiaro che l’isola non è idonea di una grande sede, scelse il posto della città, in cui ora si trova Alessandria. Avendo delimitato ogni cosa del territorio che c’è tra la palude ed il mare, determina un perimetro di mura di ottanta stadi e, lasciati quelli che aveva preposti a costruire la città, si diresse a Menfi. Lo aveva colto un desiderio, certamente legittimo, peraltro inopportuno, di non solo i posti più interni dell’Egitto, ma anche l’Etiopia; ma l’imminente guerra lo costrinse a ritornare all’entrata del Nilo; avendo ordinato che dalle città confinanti emigrassero ad Alessandria, riempì la nuova città di una grande folla. Si narra che, il re quando delimitò il perimetro alle future mura, secondo l’usanza Macedone, con la polenta d’orzo, fossero accorsi stormi di uccelli e avessero divorato la polenta d’orzo; e poiché da parecchi questo presagio fu accolto come sciagura, i vati avessero predetto che una gran folla di stranieri avrebbe abitato quella grande città, che essa avrebbe fornito alimenti a molte regioni.
Ingegnosi sistemi di comunicazione. Front.
Octavianus, cum belli artem discere cuperet, avunculum in Hispaniam comitatus est; postea Apolloniam, Illyriae urbem tum liberalibus studiis florentissimam, se contulit, ut ibi optimas artes disceret. Avunculi morte audita, Romam reversus est et, veteranorum exercitu collecto, auxilium tulit Decimo Bruto, qui ab Antonio Mutinae obsidebatur. Cum in hanc urbem intrare non posset quia ab hostibus intercludebatur, Brutum autem de suo adventu et de omnibus rebus, quas facturus erat, certiorem facere vellet, ei primo epistulas in levibus laminis inscriptas immisit, quas fluminis undis, quod per urbem intra moenia praeterfluebat, commisit. Postea aliud consilium securius secutus est. Quo celerius epistulae ad Brutum perferrentur, eas ad colla columbarum, quas diu in caveis inclusas ac sine cibo tenuerat, alligavit. Simul ac columbae, lucis cibique avidae, e caveis emittebantur, Mutinam petebant, ubi a Bruti militibus, qui ad id grana frumenti in quarundam domorum tectis posuerant, sine ulla difficultate capiebantur.
Ottaviano, poiché desiderava apprendere l’arte della guerra, accompagnò lo zio in Spagna; in seguito si recò a Apollonia, la città allora più fiorente per gli studi liberali, per apprendere ivi le arti nobili. Saputa la morte dello zio, ritornò a Roma e, radunato l’esercito dei veterani, portò aiuto a Decimo Bruto, che a Mutina era assediato da Antonio. Poiché non poteva entrare in questa città perché era sbarrata dai nemici, volendo rendere certo Bruto del suo arrivo e di ogni cosa che era sul punto di fare, dapprima gli spedì una lettera incisa in lamine levigate leggere che affidò alle onde del fiume che scorreva per la città dentro le mura. Poi seguì un altro artificio più sicuro. Per far arrivare le lettere più celermente a Bruto, le legò ai colli delle colombe che a lungo aveva tenuto chiuse in gabbie e senza cibo. Appena le colombe, avide di luce e di cibo, venivano tirate fuori dalle gabbie si dirigevano a Mutina, dove dai soldati di Bruto, i quali avevano posato di proposito granelli di frumento sui tetti di alcune case, venivano prese senza alcuna difficoltà.
Credo di meritare un punto e magari...