da eveline » 6 apr 2012, 12:42
da clari fontes, n°62 pag. 251
Cn. Lentulus tribunus militum, cum praetervehens equo sedentem in saxo cruore oppletum consulem vidisset, "L. Aemili" inquit, "quem unum insontem culpae cladis hodiernae dei respicere debent, cape hunc equum, dum et tibi virium aliquid superest et comes ego te tollere possum ac protegere. Ne funestam hanc pugnam morte consulis feceris: etiam sine hoc lacrimarum satis luctusque est." Ad ea consul: "Tu quidem, Cn. Corneli, macte virtute esto; sed cave, frustra miserando, exiguum tempus e manibus hostium evadendi absumas. Abi, nuntia publice patribus urbem Romanam muniant ac priusquam victor hostis adveniat praesidiis firment; privatim Q. Fabio L. Aemilium praeceptorum eius memorem et vixisse adhuc et mori. Patere me in hac strage militum meorum exspirare, ne aut reus iterum e consulatu sim aut accusator collegae exsistam ut alieno crimine innocentiam meam protegam." Haec eos agentes prius turba fugientium civium, deinde hostes oppressere; consulem, ignorantes quis esset, obruere telis, Lentulum in tumultu abripuit equus.
(avendo) Gneo Lentulo, tribuno militare, passando a cavallo, visto il console riempito di sangue seduto su un sasso, "Lucio Emilio", disse, "il solo che (gli dei) devono riconoscere innocente di questa attuale sciagura, monta su questo cavallo, fin tanto che ti resta un po' di forza e io ti posso far salire a cavallo con me e proteggerti. non rendere questa battaglia funesta con la morte di un console; abbastanza sono, anche senza questo, le lacrime e i lutti". Gli rispose il console: " onore al tuo valore, gneo lentulo; ma bada di non perdere, inutilmente pietoso, la possibilità di sfuggire alle mani del nemico in poco tempo. Và, dì pubblicamente ai padri che rafforzino le difese della città di Roma e la assicurino con guarnigioni prima che il nemico sopraggiunga; e in particolare dì a Fabio che Emilio è fin qui vissuto e muore memore dei suoi precetti. Lascia che io muoia in questa strage dei miei soldati, così che io nell'uscir di carica non mi trovi ad essere un'altra volta accusato, o a diventare accusatore del mio collega per difendere con la colpa altrui la mia innocenza". Mentre così parlavano, prima li sorprese la turba dei fuggiaschi poi quella dei nemici; questi, non conoscendolo, coprirono il console con una nuvola di dardi, Lentulo nella confusione fu portato lontano dal cavallo.