da Accordini » 10 apr 2012, 12:01
Orpheus, quem filium Apollinis poetae narrabant, cantor sic peritus exstitit ut saxa ipsa et feras moveret, quae ad eum concurrebant et eum sequebantur ut iucundissimum cantum audirent. Uxorem duxerat Eurydicem, quam vehementissime adamabat, quae tamen paene adulescentula mortua est, cum ab angue veneno compuncta esset dum in prato flores colligit. Cuius mortem sic doluit Orpheus ut ad Inferos descenderit et suavissimo cantu ferum Plutonem mansuefecerit. Quare ab eo impetravit ut sineret EUridicem ad lucem redire, si ipse in reditu eam non respexisset. Iuravit Orpheus, sed sacramentum non servavit. Cuius rei cito eum paenituit. Nam misera Eurydices iterum a PLutone rapta est et in Orci tenebras reducta.
Orfeo, che i poeti narravano fosse figlio di Apollo, fu un cantore così esperto che commuoveva i sassi stessi e le bestie, le quali accorrevano da lui e lo seguivano per udire il piacevolissimo canto. Aveva sposato Euridice, che amava fortissimamente, che morì però quasi ragazza, essendo stata punta da un serpente con il veleno mentre raccoglieva i fiori nel prato. Orfeo si dispiacque della sua morte così che scese agli Inferi e con un canto molto soave mansuefece il feroce Plutone. Perciò chiese a lui di lasciare che Euridice tornasse alla luce, se lui non l'avesse guardata nel ritorno. Orfeo giurò, ma non mantenne il giuramento. Di ciò lui si pentì subito. Infatti la misera Euridice di nuovo fu rapita da Plutone e ricondotta nelle tenebre dell'Averno.