La terra è madre comune di tutti gli uomini versione

Messaggioda Martina992 » 30 mag 2012, 9:23

Mi serve la versione tradotta "la terra è madre comune di tutti gli uomini".... vi prego rispondete ora

Martina992

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Messaggioda giada » 30 mag 2012, 9:28

sono qui e sto vedendo... tranquilla dammi un istante

giada

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Messaggioda giada » 30 mag 2012, 9:29

come inizia e come finisce puoi scriverlo?

giada

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Messaggioda giada » 30 mag 2012, 9:38

Non puoi ... ma probabilmente è questa.... di Plinio il Vecchio


(Sequitur )terra, cui uni rerum naturae partium eximia propter merita cognomen indidimus maternae venerationis. sic hominum illa, ut caelum dei, quae nos nascentes excipit, natos alit semelque editos et sustinet semper, novissime conplexa gremio iam a reliqua natura abdicatos, tum maxime ut mater operiens, nullo magis sacra merito quam quo nos quoque sacros facit, etiam monimenta ac titulos gerens nomenque prorogans nostrum et memoriam extendens contra brevitatem aevi, cuius numen ultimum iam nullis precamur irati grave, tamquam nesciamus hanc esse solam quae numquam irascatur homini. Aquae subeunt in imbres, rigescunt in grandines, tumescunt in fluctus, praecipitantur in torrentes, aer densatur nubibus, furit procellis: at haec benigna, mitis, indulgens ususque mortalium semper ancilla, quae coacta generat, quae sponte fundit, quos odores saporesque, quos sucos, quos tactus, quos colores! quam bona fide creditum faenus reddit!


(Segue) la terra, l'unica fra gli elementi naturali a cui abbiamo dato il nome di madre per i suoi meriti eccezionali. Lei ci accoglie alla nascita, dopo la nascita ci nutre ed una volta cresciuti ci sostiene sempre, infine ci abbraccia nel suo grembo quando già siamo stati abbandonati da tutto il resto della natura, allora specialmente accogliendoci come una madre, per nessun altro merito più sacro che perchè rende sacri anche noi, portando anche monumenti e scritte e conservando il nostro nome e prolungando il nostro ricordo a dispetto della brevità del tempo.Quando siamo arrabbiati il suo nume è l'ultimo il cui peso invochiamo sui morti come se non sapessimo che essa è la sola che non si adira mai con l'uomo. Le acque si trasformano in pioggia e gelano in grandine, si gonfiano i flutti si precipitano in torrenti, l'aria si addensa in nubi, infuria in tempesta, essa invece benevola e mite indulgene sempre al servizio dei bisogni dell'uomo, quali cose è costretta a generare, quali produce spondaneamente in abbondanza, quali odori e sapori, quali succhi, quali odori, con quanta lealtà restituisce il capitale affidatole.

poi ho anche questa diversa vedi tu di quale si tratta

Terra nos nascentes excipit, natos (= part. perf. acc. pl.) alit, semelque editos (= part. perf. acc. pl.) sustinet semper; novissime (= da ultimo) gremio complectitur novissime conplexa gremio iam a reliqua natura abdicatos, tum maxime ut mater operiens, nullo magis sacra merito quam quo nos quoque sacros facit, etiam monimenta ac titulos gerens nomenque prorogans nostrum et memoriam extendens contra brevitatem aevi, cuius numen ultimum iam nullis precamur irati grave, tamquam nesciamus hanc esse solam quae numquam irascatur homini. Aquae subeunt in imbres, rigescunt in grandines, tumescunt in fluctus, praecipitantur in torrentes, aer densatur nubibus, furit procellis: at haec benigna, mitis, indulgens ususque mortalium semper ancilla, quae coacta generat, quae sponte fundit, quos odores saporesque, quos sucos, quos tactus, quos colores! quam bona fide creditum faenus reddit!


La terra ci accoglie quando nasciamo, una volta nati ci nutre, e generati una sola volta ci sostiene sempre; da ultimo ci accoglie nel proprio grembo.quando già siamo stati abbandonati da tutto il resto della natura, allora specialmente accogliendoci come madre, per nessun altro merito più sacra che perché rende sacri anche noi, portando anche monumenti e scritte e conservando il nostro nome e prolungando il nostro ricordo a dispetto della brevità del tempo. Quando siamo adirati, il suo nume è l'ultimo il cui peso invochiamo sui morti, come se non sapessimo che essa è la sola, che non si adira mai con l'uomo. Le acque si trasformano in pioggia, gelano in grandine, si gonfiano in flutti, si precipitano in torrenti; l'aria si addensa in nubi, infuria in tempesta: essa invece benevola, mite, indulgente, sempre al servizio dei bisogni dell'uomo, quali cose è costretta a generare, quali produce spontaneamente in abbondanza, quali odori e sapori, quali succhi, quali odori! con quanta lealtà restituisce il capitale affidatole!

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