Versione di latino IL CAVALLO E L'AGRICOLTORE da Fedro

IL CAVALLO E L'AGRICOLTORE, da Fedro (da "Nel mito e nella storia" di Angela Pestelli e Giuseppe La Bua)
Pag. 32, numero 6.

Equi olim silvas habitabant et in liberis campis errabant. Equus in agro fecundo teneras herbas edebat et: << Liber sum - clamitabat - atque dominus agri >>. Sed aquam vadi ubi saepe equus bibebat aper turbabat. Iratus auxilium equus ab agricola petit. Vir libenter properat. Equus agricolam dorso levat et ad inimicum suum revertit. Statim sagittis aprum agricola necat et equo: << Laetus sum - inquit - nunc novum servum habeo >>. Ita equus iniuriam vindicat sed liber non est. Maestus dicit: << Parvae iniuriae vindictam quaerebam, servitium contra invenio >>.

Un tempo i cavalli abitavano i boschi e vagavano nei campi liberi. Il cavallo nel campo fertile mangiava erbe tenere e: << Sono libero - gridava - e il padrone del campo >>. Ma un cinghiale intorbidiva l'acqua del guado dove il cavallo beveva spesso. Adirato il cavallo chiede aiuto ad un contadino. L'uomo si affretta volentieri. Il cavallo solleva il contadino sul dorso e ritorna dal suo nemico. Subito il contadino uccide il cinghiale con una freccia e al cavallo: << Sono lieto - dice - ora ho un nuovo servo >>. Così il cavallo vendica l'ingiustizia ma non è libero. Triste dice: << Cercavo vendetta della piccola offesa, al contrario trovo la schiavitù >>.