Per molti anni Ulisse aveva errato per terra per mare a causa di nettuno; padre di Polifemo e dio del mare, lo tormentava per la sua ira crudele, perchè prima Ulisse aveva covato l'unico occhio del ciclope, suo figlio. Così dopo il naufragio, nel quale aveva perso molti compagni e alcune navi, tornò stanco nell'isola di Calipso, figlia di Atlante, la ninfa fu subito conquistata dalla bellezza del corpo e dalla nobiltà dell'uomo, e lo trattenne da lei per un lungo periodo di tempo, finchè Mercurio messaggero di Giove, le ordinò di lasciarlo partire. Pertanto la donna costruì una statua e tra molte lacrime congedò Ulisse. Mentre l'uomo era gettato nelle onde, la dea Leucotea, che passava la vita in mare, gli diede un magico balteo col quale si cinse il petto, così uscì incolume dal naufragio e giunse nell'isola Feaie. Qui Nausica figlia del re Alcino, lo condusse dal padre. Il re lo accolse con generosa ospitalità, gli diede ricchi doni e lo ricondusse nella (sua) propria Itaca.