I VIZI DELL'IMPERATORE CLAUDIO LATINO A COLORI

I vizi dell’ imperatore Claudio 3 p 375 LATINO A COLORI



Inizio: Conviva agitavit et ampla et assidua ac fere patentissimis locis, ut..

Fine ludere, ita essendo adveoque adaptatis ne lusus confunderetur.


Si occupò di banchetti sia imporanti sia continui e generalmente in luoghi molto aperti, affinchè spesso nello stesso tempo seicento alla volta si mettessero a tavola. Diede anche un banchetto al di là dello scolo del lago di Fucino e(d era stato) pressoché sommerso, quando l’acqua che era fatta scorrere con violenza,era straripato. Invitava ad ogni pranzo anche i suoi figli con fanciulli e fanciulle conosciute affinchè mangiassero mentre sedevano sui letti secondo un’antica tradizione. Sia in qualunque momento sia in qualunque luogo era molto desideroso di cibo e di vino. Una volta mentre sedeva in giudizio nel foro di Augusto e colpito dall’odore di un pranzo, che era preparato nel vicino tempio di Marte dai Sali, salì in una tribuna deserta verso i sacerdoti e nel medesimo luogo si coricò. Non se n’è mai andato a caso dal triclinio se non pieno e ubriaco a tal punto che subito da supino nel sonno una penna gli si metteva in bocca per liberargli lo stomaco. Aveva un sonno molto breve. Infatti generalmente stava attento se tuttavia qualche volta di giorno nell’amministrare la giudizia si assopiva ed a stento era svegliato dagli assistenti quando alzavano la voce apposta. Aveva una passione molto eccessiva per le donne. Con moltissimo zelo giocò ai dadi, su questa tecnica pubblicò anche un libro essendo anche solito giocare nella passeggiata così che il gioco non fosse confuso per il carro da guerra e per il tavolo da gioco adatti.