Scilla e Glauco versione latino a colori

Messaggioda Hikari777Yami » 3 set 2012, 16:36

Scylla, fluvii filia, venusta puella a multis pueris patabatur. Quondam pulchra Scylla in pelago natatura erat. Subito Glaucus, marinus deus, venustam puellam videt et amat. Scylla autem Glaucum videt et, dei forma perterrita, deum relictura est. Nam Glaucus promissum capillum habebat et inferiorem corporem partem piscis. Tum Glaucus, meastus, dicit: <<Non ego prodigium nec sum fera belua, venusta puella , sed pelagi deus; olim vir eram, sed pelagus amabam. Saepe in scopulo sedebam et pisces capiebam. Erat prato finitima ora: neque cornigerae iuvencae nec placidae cervae hirtaeve capellae prati herbam carpebant. Ego solus in prato sedebam, madida lina siccabam et multos pisces in prato exponebam. At subito mea praeda in undas cadit. Stupeo causamque requiro: deus aut herbae sucus prodigium faciunt. Tum herbam decerpo et mando. Ignotos herbae sucos bibo et subito alteram naturam desidero. Ita corpus sub undas mergo et a pelagi dis in marinum deum convertor. Quare vides, venusta Scylla, latos umeros et caerulea brachia et inferiorem corporis partem piscis>>. Glaucus alia verba dicturus est sed Scylla, pavida, deum relinquit. Furit Glaucus inritatusque repulsa, profundum et caeruleum pelagus petit.

Scilla, figlia del fiume, era ritenuta da molti ragazzi una bella fanciulla. Una volta la bella Scilla stava per nuotare nel mare. All'improvviso Glauco, dio del mare, vede e si innamora della bella fanciulla. Scilla invece vede Glauco e, atterrita dall'aspetto del dio, ha intenzione di lasciare il dio. Infatti Glauco aveva dei capelli lunghi e la parte inferiore del corpo di un pesce. Quindi glauco, triste, dice: <<Io non sono un essere mostruoso né una belva feroce, bella fanciulla, ma un dio del mare; un tempo ero un uomo, ma amavo il mare. Spesso sedevo su uno scoglio e pescavo. La costa era vicina ad un prato: né le giovenche con le corna né le calme cerve o le irsute capre brucavano l'erba del prato. Io sedevo solo nel prato, asciugavo le reti bagnate e esponevo molti pesci nel prato. Ma all'improvviso una mia preda cade nelle onde. Mi stupisco e cerco la causa: un dio o il succo dell'erba compiono un prodigio. Quindi colgo e mangio l'erba. Succhio gli sconosciuti succhi dell'erba e all'improvviso desidero un'altra natura. Così immergo il corpo sotto le onde e sono trasformato in un dio marino dagli dei del mare. Perciò vedi, bella Scilla, le spalle larghe e le braccia azzurre e la parte inferiore del corpo di un pesce>>. Glauco sta per dire altre parole, ma Scilla, impaurita, lascia il dio. Glauco s'infuria e irritato dal rifiuto, si dirige verso il profondo e azzurro mare.

[center]Scilla e Glauco. Latino a colori (lezioni 1), pagina 150 numero 10[/center]

Hikari777Yami

nuovo iscritto
nuovo iscritto
 
Risposte:

Messaggioda giada » 3 set 2012, 16:55

hai guadagnato 2 crediti

giada

Site Admin
Site Admin
 

Torna a LATINO e GRECO

Copyright © 2007-2025 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2025 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-12-20 23:14:46 - flow version _RPTC_G1.3