da ov » 4 set 2012, 10:26
Principio generi animantium omni est a natura tributum, ut se, vitam corpusque tueatur, declinet ea, quae nocitura videantur, omniaque, quae sint ad vivendum necessaria, anquirat et paret, ut pastum, ut latibula, ut alia generis eiusdem; commune autem animantium omnium est coniunctionis appetitus procreandi causa et cura quaedam eorum, quae procreata sint. Sed inter hominem et beluam hoc maxime interest, quod haec tantum, quantum sensu movetur, ad id solum, quod adest quodque praesens est, se accommodat, paulum admodum sentiens praeteritum aut futurum. Homo autem, quod rationis est particeps, per quam consequentia cernit, causas rerum videt earumque praegressus et quasi antecessiones non ignorat, similitudines comparat rebusque praesentibus adiungit atque adnectit futuras, facile totius vitae cursum videt ad eamque degendam praeparat res necessarias.
Anzitutto a ogni essere vivente1 è stato dato dalla natura (l'istinto) di conservare se stesso, la (propria) vita e il (proprio) corpo, di evitare quelle cose che sembrano destinate a nuocere e di ricercare e di procurarsi tutte quelle cose che sono necessarie per vivere, come il cibo, come il rifugio e altre cose delle stesso genere; comune poi a2 tutti gli esseri viventi è il desiderio dell'accoppiamento per procreare e una certa cura della prole3. Ma tra l'uomo e la bestia c'è soprattutto questa differenza, che questa (= la bestia) si conforma solo a quello che c'è e che è visibile nella misura in cui4 è stimolata dal senso, percependo pochissimo il passato o il futuro. L'uomo invece, poiché è partecipe della ragione, grazie alla quale egli scorge le conseguenze, vede le cause (prossime) delle cose e non ignora le loro cause remote5 e per così dire le (condizioni) antecedenti, confronta i casi simili e alle cose presenti collega e annodale future, vede facilmente il corso della vita intera e predispone le cose necessarie a trascorrerla (bene)