da Ailiin1995 » 13 set 2012, 10:58
da latino a colori 2,pag 124 n 35
la guerra era rimasta ancora con i tettosagi. Partito verso quelli, il console, al terzo accampamento giunse ad Ancira, illustre cittá in quei luoghi, da dove i nemici erano lontani poco piú di 10 miglia. Qui, dal momento che l'accampaamento era stabile, fu compiuto un fatto memorabile da una prigioniera. Tra i tanti schiavi era custodita la moglie del giovane re Orgiagonte di strsordinaria bellezza; alla cui custodia era a capo un centurione sia con libidine che con aviditá militare. Egli prim le tentò l'animo; che vedendolo alieno da uno stupro volontario, fece forza al corpo, che per sorte era servo. Poi per mitigare l'indegnità dell'offesa, concesse alla donna la speranza di un ritorno dai suoi. Patteggiata una certa somma d'oro, affinchè nessuno dei suoi avesse consapevolezza, permise alla stessa di mandare ai suoi come messaggero uno tra i prigionieri. Stabilì un luogo presso il fiume. Per cao c'era tra i prigionieri sotto la medesima custodia il servo della stessa donna. Un centurione al tramonto trasse fuori dalle porte questo messo. La notte seguente sia i due congiunti della donna sia il centurione con la prigioniera giunsero al luogo concordato. Qui mostrando l'oro, la donna ordinò nella sua lingua, che impugnassero la spada e uccidessero il centurione che contava l'oro. Lei stessa portando la testa recisa dello sgozzato avvolta nella veste giunse dal marito Orgiagonte; gettò ai suoi piedi la testa del centurione e confessò l'offesa del corpo e la vendetta per la pudicizia violata con forza dall'uomo, e noltre, come si tramanda, consevò fino all'ultimo l'onore di questa impresa matronale con esemplarità e severità di vita.