da Mariella Colla » 19 set 2012, 19:30
Vir habebat filiam turpem et filium pulchrum. Hi pueriliter ludentes speculum a matre in cathedra forte positum inspexerunt. Hic se formosum iactat; illa magna ira commota, gloriosi fratris iocos non sustinet et cuncta accipit in contumeliam suam. Ergo ad patrem decurrit, magnaque invidia de fratre suo deplorat (deplorare de aliqua = lamentarsi di qualcosa). Ille ut puerorum rixae finem det, utrumque osculis ac blanditiis sedat dulcemque in ambos caritatem partiens: " Cotidie, pueri, - inquit- exopto ut hunc speculum inspiciatis: tu, fili mi, ne nequitiae malis formam tuam corrumpas; tu, filia mea, ut istam faciem vincas moribus bonis
Un uomo aveva una figlia brutta e un figlio bello. Questi giocando in modo fanciullesco guardarono uno specchio posto per caso dalla madre su una sedia. Il primo si vanta di essere bello; l'altra spinta da grande ira non sopporta gli scherzi del fratello avido di gloria e considera ogni cosa come un affronto a lei. Dunque va dal padre, e con grande invidia si lamenta di suo fratello. Questo per porre fine al litigio dei fanciulli, fa calmare entrambi con baci e carezze e dando dolce amore a entrambi:"Oggi, o fanciulli -dice- desidero che guardiate questo specchio: tu figlio mio, affinchè non rovini il tuo bell'aspetto con i mali della cattiveria, tu, figlia mia, affinchè vinca il tuo aspetto con buoni comportamenti".