da stuurm » 18 ott 2012, 14:18
Quid, singolari vir ingenio Aristoteles et paene divino ipsene errat an alios vult errare, cum scribit Eudemum Cyprium familiarem suum, iter in Macedoniam facientem Pheras venisse, quae erat urbs in Thessalia tum admodum nobilis, ab Alexandro autem tyranno crudeli dominatu tenebatur; in igitur oppido ita graviter aegrum Eudemum fuisse, ut omnes medici diffiderent; ei visum in quiete egregia facie iuvenem dicere fore ut perbrevi convalesceret, paucisque diebus interiturum Alexandrum tyrannum, ipsum autem Eudemum quinquennio post domum esse rediturum. Atque ita quidem prima statim scribit Aristoteles consecuta: et convaluisse Eudemum et ab uxoris fratribus interfectum tyrannum; quinto autem anno exeunte, cum esset spes ex illo somnio in Cyprum illum ex Sicilia esse rediturum, proeliantem eum ad Syracusas occidisse; ex quo ita illud somnium esse interpretatum, ut, cum animus Eudemi e corpore excesserit, tum domum revertisse videatur.
Che Aristotele, uomo d'ingegno eccezionale e direi quasi divino, s'inganna o vuole ingannare gli altri, quando scrive che Eudemo di Ciprio suo amico, mentre faceva un viaggio in Macedonia, arrivò a Fere, che era una città in Tessaglia a quei tempi rinomata, ma era tenuta in dominio dal crudele tiranno Alessandro; che dunque nella città Eudemo si ammalò così gravemente, che tutti i medici disperavano; gli apparve nel sonno un giovane di bell'aspetto che dicesse prestissimo sarebbe guarito, e pochi giorni dopo il tiranno Alessandro sarebbe morto, invece lo stesso Eudemo sarebbe ritornato a casa dopo cinque anni. Precisamente come scrive Aristotele i primi eventi accaddero subito: sia Eudemo guarì sia il tiranno fu ucciso dai fratelli della moglie; invece alla fine del quinto anno, essendoci la speranza da quel sogno che sarebbe ritornato a Cipro dalla Sicilia, egli combattendo a Siracusa fu ucciso; da ciò quel sogno fu così interpretato, che, l'animo di Eudemo uscendo dal corpo allora è sembrato sia ritornato in patria.
Grazie!