da MaryannaMarino » 8 nov 2012, 22:51
Caesar totus et mente et animo in bellum Treverorum et Ambiorigis insistit. Cavarinum cum equitatu Senonum secum proficisci iubet, ne quis aut ex huius iracundia aut ex eo, quod meruerat, odio civitatis motus existat. His rebus constitutis, quod pro explorato habebat Ambiorigem proelio non esse contenturum, reliqua eius consilia animo circumspiciebat. Erant Menapii propinqui Eburonum finibus, perpetuis paludibus silvisque muniti, qui uni ex Gallia de pace ad Caesarem legatos numquam miserant. Cum his esse hospitium Ambiorigi sciebat; item per Treveros venisse Germanis in amicitiam cognoverat. Haec prius illi detrahenda auxilia existimabat, quam ipsum bello lacesseret, ne desperata salute aut se in Menapios abderet, aut cum Transrhenanis congredi cogeretur. Hoc inito consilio totius exercitus impedimenta ad Labienum in Treveros mittit duasque ad eum legiones proficisci iubet, ipse cum legionibus expeditis quinque in Menapios proficiscitur. Illi nulla coacta manu loci praesidio freti in silvas paludesque confugiunt suaque eodem conferunt.
Cesare si dedicò alla guerra contro i Treveri e Ambiorige, totalmente con animo e mente.
Ordina a Cavarino di partire con la cavalleria di Senone insieme a lui, affinchè non sorga alcuna ribellione della nazione per l'ira di questa o per l'odio, che si era meritato. Stabilite queste cose, considerava i suoi progetti rimanenti con coscienza, poichè aveva scoperto che non avrebbe portato Ambiorige a combattere. I Menapi erano vicini ai territori degli Eburoni protetti da infinite paludi e selve, gli unici che non avevano mandato degli ambasciatori dalla Gallia, in segno di pace, a Cesare. Sapeva che Ambiorige avesse un vincolo di ospitalità con questi; era venuto a conoscenza nello stesso modo che, tramite i Treveri , avesse fatto fatto amicizia con i Germani. Pensava di togliergli gli aiuti prima che provocasse lo stesso con la guerra, disperato lo scampo, affinchè non si nascondesse dai Menapi o fosse costretto ad unirsi ai Transrenani. Presa questa decisione, manda le macchine da guerra di tutto l'esercito, da Labiene verso i Treveri e ordina che due legioni vadano da lui, lo stesso parte con cinque legioni libere verso i Menapi. Quelli, formata alcuna truppa, si rifugiano nelle selve e nelle paludi, confidando nell'aiuto del luogo, e portano in quel luogo le loro cose.
Cesare