Institutio oratoria" IV, 52-53

Messaggioda angel95 » 13 gen 2013, 15:49

Salve, mi servirebbe piuttosto urgentemente la traduzione di questa versione di latino (tratta da Esperienze di Traduzione) di Quintiliano da "Institutio oratoria" IV, 52-53

LII. Verum quoniam non est satis demonstrare discentibus quae sint in ratione prohoemii, sed dicendum etiam quo modo perfici facillime possint, hoc adicio, ut dicturus intueatur cui, apud quem, pro quo, contra quem, quo tempore, quo loco, quo rerum statu, qua vulgi fama dicendum sit: quid iudicem sentire credibile sit antequam incipimus: tum quid aut desideremus aut deprecemur. Ipsa illum natura eo ducet ut sciat quid primum dicendum sit. LIII. At nunc omne quo coeperunt prohoemium putant, et ut quidque succurrit, utique si aliqua sententia blandiatur, exordium. Multa autem sine dubio sunt et aliis partibus causae communia, nihil tamen in quaque melius dicitur quam quod aeque bene dici alibi non possit.

Vi ringrazio in anticipo :)

angel95

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Risposte:

Messaggioda stuurm » 13 gen 2013, 20:24

Tuttavia quando non è sufficiente dimostrare agli allievi quelle cose che siano nel metodo dell’esordio, ma bisogna dire anche con quale modo possano molto agevolmente essere istruiti, aggiungo questo, affinché consideri attentamente per parlare a qualcuno, quale notizia del volgo bisogna dire verso il quale, a favore del quale, contro il quale, in quale momento, in quale posto, in quale situazione delle cose: cosa sia credibile che il giudice senta prima che cominciamo: allora cosa noi o desideriamo o scongiuriamo. La stessa natura lo guiderà in modo che sappia cosa si debba dire per prima cosa. Ma adesso cominciano con ogni cosa il preambolo, e dopo che qualcosa viene in mente, specie se qualche proposizione blandisca, reputano esordio. Molte cose sono quindi senza dubbio comuni alle altre parti di un processo, niente tuttavia in qualunque meglio si dice che non possa esser equamente detto altrove.

Grazie!

stuurm

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Messaggioda stuurm » 13 gen 2013, 23:44

Ti assicuro che questa seconda traduzione è migliore dal punto di vista discorsivo e letterale.

Tuttavia quando non è sufficiente dimostrare agli allievi quelle cose che siano nel metodo dell’esordio, ma bisogna dire anche con quale modo possano molto agevolmente essere istruiti, aggiungo questo, affinché consideri attentamente per parlare a qualcuno, quale notizia del volgo bisogna dire, presso chi, a favore di chi, contro chi, in quale momento, in quale posto, in quale situazione delle cose: cosa sia credibile che il giudice senta prima che cominciamo: allora cosa noi o desideriamo o scongiuriamo. La stessa natura lo guiderà in modo che sappia cosa si debba dire per prima cosa. Ma adesso cominciano con ogni cosa il preambolo, e dopo che qualcosa viene in mente, specie se qualche proposizione blandisca, reputano esordio. Molte cose sono quindi senza dubbio comuni alle altre parti di un processo, niente tuttavia in qualunque meglio si dice che non possa esser equamente detto altrove.

stuurm

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Messaggioda melissacasati » 15 gen 2013, 10:30

Ti ringrazio dal profondo del cuore, mi hai salvato la vita! :)

melissacasati

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