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TRIMETRO GIAMBICO
E' il verso usato nelle parti dialogate delle tragedie.
Si chiama così perché è composto da tre "metri" giambici; e poiché il "metro" è costituito da due "piedi" giambici (giambo: ∪ —), di fatto esso risulta composto da sei giambi (infatti in latino si chiama senario giambico).
Lo schema metrico è questo:
E' un verso rapido e non troppo lungo, per cui non ha bisogno di cesure.
Poiché, a differenza per esempio dell'esametro, parte "in levare" (l'ictus metrico non cade sulla prima sillaba), è un tipo di ritmo detto "ascendente".
La forma pura, costituita da sei giambi, è piuttosto rara; al posto del giambo possiamo trovare alcune soluzioni metriche: lo spondeo, il trìbraco, l'anapesto, il dattilo e perfino il rarissimo proceleusmàtico (successione di quattro brevi).
∪ —
giambo (accentato sulla seconda sillaba)
— —
spondèo (accentato sulla seconda sillaba)
∪ ∪ ∪
trìbraco (accentato sulla seconda sillaba)
— ∪ ∪
dàttilo (accentato sulla seconda sillaba)
∪ ∪ —
anapesto (accentato sulla terza sillaba)
∪ ∪ ∪ ∪
proceleusmatico (accentato forse sulla terza sillaba)
N.B.: alcuni metricisti accentano tutti e sei i "piedi" giambici: ne risulta una pronuncia tipo "papà, papà, papà, papà, papà, papà". Poiché però l'unità di misura è costituita dalla coppia di giambi, altri propongono di accentare solo i "piedi" pari (da cui una pronuncia tipo "venite giù, venite giù, venite giù"); la pronuncia più diffusa è però quella che accenta solo i tre "piedi" dispari (pronuncia tipo "facèvano, facèvano, facèvano"), come ai più pare preferibil