Ecco la tua versione.
Gaio Duilio, appena subito seppe il caso imprevisto del comandante della truppa di mare, avendo consegnato la fanteria ai tribuni militi egli stesso fu trasportato presso la flotta. Informato che i nemici saccheggiavano la campagna di Milazzo accorse con tutta l’armata. I Cartaginesi avendo visto con gioia e coraggio si misero in mare con centotrenta navi, sottovalutando l’inesperienza dei Romani, e tutti aventi la prua contro i nemici navigavano, né stimando degno il rischio dello schieramento, ma come è evidente per una preda. Annibale era capo di loro, con la nave a sette remi quella che era stata del re Pirro. Con l’avvicinarsi appena osservano insieme i corvi diritti sulle prue di ciascuna nave, i Cartaginesi erano incerti per un po’, sbalorditi dagli apparati degli strumenti; ma veramente disprezzando del tutto gli avversari, i primi che navigavano avanti attaccarono coraggiosamente. Quando le navi entravano in contatto di volta in volta erano afferrati dagli strumenti e gli uomini subito percorrevano attraverso lo stesso corvo e venivano alle mani sui ponti, alcuni dei Cartaginesi erano uccisi, altri, invece, sbigottiti di quel che accadeva si arrendevano: infatti avveniva che il pericolo era reso in modo quasi simile della battaglia di terra.