Le contraddizioni dei germani

Messaggioda axen » 6 ott 2015, 10:37

Si civitas in qua orti sunt longa pace et otio torpeat, plerique nobilium adulescentium petunt ultro eas nationes, quae tum bellum aliquod gerunt, quia et ingrata genti quies et facilius inter ancipitia clarescunt magnumque comitatum non nisi vi belloque tueare; exigunt enim principis sui liberalitate illum bellatorem equum, illam cruentam victricemque frameam; nam epulae et quamquam incompti, largi tamen apparatus pro stipendio cedunt. Materia munificentiae per bella et raptus. Nec arare terram aut expectare annum tam facile persuaseris quam vocare hostem et vulnera mereri; pigrum quin immo et iners videtur sudore adquirere quod possis sanguine parare. Quotiens bella non ineunt, non multum venatibus, plus per otium transigunt, dediti somno ciboque: fortissimus quisque ac bellicosissimus nihil agens, delegata domus et penatium et agrorum cura feminis senibusque et infirmissimo cuique ex familia, ipsi hebent, mira diversitate naturae, cum idem homines sic ament inertiam et oderint quietem

dal libro Callidae voces Pagina 517 Numero 399

axen

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Messaggioda joey » 10 ott 2015, 18:09

[quote="axen"]Si civitas in qua orti sunt longa pace et otio torpeat, plerique nobilium adulescentium petunt ultro eas nationes, quae tum bellum aliquod gerunt, quia et ingrata genti quies et facilius inter ancipitia clarescunt magnumque comitatum non nisi vi belloque tueare; exigunt enim principis sui liberalitate illum bellatorem equum, illam cruentam victricemque frameam; nam epulae et quamquam incompti, largi tamen apparatus pro stipendio cedunt. Materia munificentiae per bella et raptus. Nec arare terram aut expectare annum tam facile persuaseris quam vocare hostem et vulnera mereri; pigrum quin immo et iners videtur sudore adquirere quod possis sanguine parare. Quotiens bella non ineunt, non multum venatibus, plus per otium transigunt, dediti somno ciboque: fortissimus quisque ac bellicosissimus nihil agens, delegata domus et penatium et agrorum cura feminis senibusque et infirmissimo cuique ex familia, ipsi hebent, mira diversitate naturae, cum idem homines sic ament inertiam et oderint quietem

dal libro Callidae voces Pagina 517 Numero 399


se la città da cui hanno origine rimanesse intorpidita nella quiete e in una lunga pace, la maggior parte dei nobili adolescenti cercherebbe al di là di queste nazioni, che in quel momento starebbe combattendo una qualche guerra, sia perchè la quiete non è apprezzata dalla stirpe sia perchè tra i rischi risplenderebbero più facilmente ed un gran seguito non sarebbe sicuro se non con la forza e con la guerra;
a infatti per la liberalità del proprio principe esigono quel cavallo guerriero, quella lancia vincitrice e cruenta; infatti il banchetto anche se di scarsa preparazione, tuttavia di larga magnificenza sostituisce il soldo.
il contenuto della generosità è per le guerre ed i saccheggi.
non è tanto facile che tu li convinca ad arare la terra o ad attendere l'annata che a provocare il nemico e a incassare ferite; sembra che chi è pigro e anzi ancor di più chi è inerme possa guadagnare con il sudore ciò che tu potresti ottenere con il sangue.
quante volte non iniziano le guerre, trascorrono il tempo non molto nella caccia, più nell'ozio, dediti al cibo ed al sonno: chi è molto forte e bellicoso dato che non agisce, , assegnata la cura della casa dei penati e dei campi alle donne e agli anziani e a chi è il più debole della famiglia, questi stessi sono deboli, per la diversità singolare della natura, perchè così gli uomini amano questa stessa cosa l'inerzia e detestano la quiete

joey

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Messaggioda joey » 10 ott 2015, 19:10

se la città da cui hanno origine rimanesse intorpidita nella quiete e in una lunga pace, la maggior parte dei nobili adolescenti cercherebbe al di là di queste nazioni, che in quel momento starebbero combattendo una qualche guerra, sia perchè la quiete non è apprezzata dalla stirpe sia perchè tra i rischi risplenderebbero più facilmente ed un gran seguito non sarebbe sicuro se non con la forza e con la guerra;
a infatti per la liberalità del proprio principe esigono quel cavallo guerriero, quella lancia vincitrice e cruenta; infatti il banchetto anche se di scarsa preparazione, tuttavia di larga magnificenza sostituisce il soldo.
il contenuto della generosità è per le guerre ed i saccheggi.
non è tanto facile che tu li convinca ad arare la terra o ad attendere l'annata che a provocare il nemico e a incassare ferite; sembra che chi è pigro e anzi ancor di più chi è inerme possa guadagnare con il sudore ciò che tu potresti ottenere con il sangue.
quante volte non iniziano le guerre, trascorrono il tempo non molto nella caccia, più nell'ozio, dediti al cibo ed al sonno: chi è molto forte e bellicoso dato che non agisce, , assegnata la cura della casa dei penati e dei campi alle donne e agli anziani e a chi è il più debole della famiglia, questi stessi sono deboli, per la diversità singolare della natura, perchè così gli uomini amano questa stessa cosa l'inerzia e detestano la quiete





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Messaggioda didaskalos2 » 11 ott 2015, 7:44

Nel caso che la tribù in cui sono nati rimanga paralizzata per l’ozio e una lunga pace, la maggior parte dei giovani nobili raggiunge volontariamente le tribù che in quel momento conducono qualche guerra, sia perché l'inattività è sgradita a quel popolo e più facilmente si segnalano in mezzo ai pericoli, sia perché non si mantiene un grande seguito se non con la forza e la guerra. Dalla generosità del loro capo pretendono quel cavallo adatto alla guerra o quella cruenta lancia vittoriosa; infatti banchetti e allestimenti, anche se non raffinati ma copiosi, equivalgono ad una paga. L’occasione per la generosità passa attraverso le guerre e i saccheggi. Non si potrebbe convincerli con tanta facilità ad arare la terra e ad aspettare il raccolto dell'anno quanto a provocare il nemico e a procurarsi ferite; e anzi sembra cosa improduttiva e da vile acquisire col sudore ciò che possano procurarsi col sangue. Tutte le volte che non intraprendono guerre, trascorrono il tempo non molto nella caccia, di più nell’ozio, dediti al sonno e al cibo: tutti i più coraggiosi e bellicosi se ne stanno senza far niente, dopo aver demandato alle donne, agli anziani e ai più deboli della famiglia la cura della casa e la cura dei penati e dei campi; sono deboli, per uno strano contrasto della natura, mentre sono gli stessi che amano così l’indolenza e odiano la pace.
dal tutor didaskalos ok2

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