Sub Troiae moenibus clarissimi Graeciae et Asia duces pugnabant. Inter Graecos nemo erat sapientior Nestore, nemo potentior Agamennone, nemo audacior Aiace vel callidiro Ulixe. At Achilles rex Myrmidonum, omnes virtute superabat. Post acerrimas pugnass plurimas urbes fidelissimorum Troiae sociorum occupavit atque delevit; suo impetu ac sua vi innumerabilia hostium agmina fugavit, strenuissimos adversarios stravit. Tristes curae tamen Achillis animum cruciabat et infelicissimus vivebat. Heros Pelei, hominis mortalis, filius erat et Thetidis, maris nymphae. Vi ac pulchritudine igitur similissimus deis, sed natura miser mortalis erat. Magistrum habuerat Chironem, sapientissimum Centaurorum. Laudum cupidus, vitam diuturnam et felicem sed sine gloria spreverat, vitam tam brevem quam laudabilem elegerat.
Sotto le mura di Troia combattevano i comandanti più famosi della Grecia e dell'Asia. Fra i Greci nessuno era più saggio di Nestore, nessuno più potente di Agamennone, nessuno più audace di Aiace o più astuto di Ulisse. Ma Achille, re dei Mirmidoni, superava tutti nella virtù. Dopo violentissime battaglie, occupò e distrusse moltissime città dei più fedeli alleati di Troia; con il suo furore e la sua forza mise in fuga innumerevoli eserciti di nemici, uccise avversari molto valorosi. Tuttavia tristi preoccupazioni torturavano l'animo di Achille e viveva assai infelice. L'eroe era figlio di Peleo, uomo mortale, e Teti, ninfa marina. Perciò per forza e bellezza era molto simile agli dei, ma il misero lo era per natura ai mortali. Aveva avuto come maestro Chirone, il più saggio dei centauri. Avido di fama, aveva rifiutato una vita lunga e felice, ma senza gloria, e aveva scelto una vita tanto breve quanto lodevole.