tragica morte di alcuni poeti di valerio massimo

Messaggioda giadagiada » 11 ago 2010, 8:02

Avrei bisogno della versione tradotta di valerio massimo tragicva morte di alcuni poeti

giadagiada

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Messaggioda giada » 11 ago 2010, 8:11

metti per favore inizio e fine della versione e libro da cui l'hai presa?

giada

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Messaggioda giadagiada » 11 ago 2010, 8:17

Inizio: Aeschyli vero tragici poetae...
Fine: eum locum volente, nequiquam excitaretur

giadagiada

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Messaggioda giadagiada » 11 ago 2010, 9:17

Non riesci a trovare la versione?
Non so quale sia il libro da cui è stata tratta la versione perchè ho una fotocopia

giadagiada

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Messaggioda giada » 11 ago 2010, 11:10

no scusa mi ero assentata un attimo

ora te la guardo risposta fra 2 minuti resta in linea

giada

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Messaggioda giada » 11 ago 2010, 11:25

Aeschyli vero poetae excessus quem ad modum non voluntarius, sic propter novitatem casus referendus. in Sicilia moenibus urbis, in qua morabatur, egressus aprico in loco resedit. super quem aquila testudinem ferens elusa splendore capitis++erat enim capillis vacuum++perinde atque lapidi eam inlisit, ut fractae carne vesceretur, eoque ictu origo et principium fortioris tragoediae extinctum est.


Philemonem vis risus inmoderati abstulit. Paratas ei ficus atque in conspectu positas asello consumente puerum ut illum abigeret inclamavit; qui cum iam comestis omnibus supervenisset, 'Quoniam' inquit 'tam tardus fuisti, da nunc merum asello'. Ac protinus urbanitatem dicti crebro anhelitu cachinnorum prosecutus, senile guttur salebris spiritus gravavit. At Pindarus, cum in gymnasio super gremium pueri, quo unice delectabatur, capite posito quieti se dedisset, non prius decessisse cognitus est quam, gymnasiarcho claudere iam eum locum volente, nequiquam excitaretur

La morte di Eschilo il poetacome non fu colontaria così va racccontata pr la straordinarietà del caso. Essendo in Sicilia egli usci' dalle mura della città ove abitava e si sedette in un luogo soleggiato. Un'aquila che portava tra gli artigli una tartaruga ingannata dal riflesso della sua calva testa la scambiò per una pietra e cadendo dall'alto ve la sbatte' per pestarvela e mangiarne le parti molli: fu con questo colpo che venne ucciso colui che diede origine ed incremento al genere tragico.

Un accesso di riso incontrollabile costò la vita a Filemone. Dato che un asinello (gli) stava mangiando dei fichi preparati per lui e (già) apparecchiati, gridò al (suo) schiavo che lo scacciasse; ma poiché questi era arrivato quando ormai tutti (i fichi) erano stati divorati, disse: "Visto che sei stato così lento, adesso offri (anche) il vino all'asinello!" E subito, accompagnando la (sua) spiritosaggine con una serie di ansimanti risate, strozzò la (sua) vecchia gola ostacolando la respirazione. (Di) Pindaro, invece, dopo che si era abbandonato al sonno nel ginnasio con la testa adagiata sul grembo di un ragazzo che amava come nessun altro

giada

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Messaggioda giadagiada » 11 ago 2010, 12:24

Manca una oparte che proprio non riesco a tradurre:
Inizio: Sophocles, cum ultimam iam senectutem ageret...
Fine: nimio gaudio obiit

Grazie in anticipo

giadagiada

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