panta rei di luciano de crescenzo

Messaggioda alessia89 » 12 set 2008, 6:46

potrei avere una recensione su qst libro ? l'ho letto ma tanto tempo fa e la prof vuole anke la recenzione .

alessia89

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Messaggioda Arsenio » 12 set 2008, 12:46

I frammenti dei filosofi presocratici, e in particolare di Eraclito, ebbero una prima sistemazione, agli inizi del secolo grazie all'opera di Hermann Diels e Walter Kranz. In seguito altri ricercatori si sono dedicato ai frammenti di Eraclito, ciascuno inventandosi un proprio criterio di logica. Luciano De Crescenzo, e i suoi collaboratori non essendo filologi sono andati ad orecchio ed hanno cercato di far parlare il grande Eraclito con quelle parole che lui avrebbe detto in passato o che comunque gli vengono attribuite. La verità è che noi cambiamo a rallentatore, attimo dopo attimo, cellula dopo cellula, come le lancette dell'orologio che si muovono anche se nessuno le vede muoversi. Ed è questo il titolo: Panta Rei nel greco, tutto scorre diremo noi, anche la vita passa senza che si possa far nulla per trattenerla. De Crescenzo nel suo primo capitolo ci da un piccolo flash-bach della sua vita passata, poi inizia il suo viaggio, attraverso un sogno, nel mondo del filosofo Eraclito. De Crescenzo apre gli occhi e vede un uomo, quest'uomo è Eraclito, che nasce ad Efeso nel cinquecentoquaranta avanti Cristo. Il libro, in una prima parte, è ambientato ad Efeso del 500 A.C. per poi trasferirsi a Napoli del 1996. Lo svolgimento del libro si basa sulle loro idee, il primo dibatti si svolge in considerazione di tutte le contrarietà esistenti: la pace e la guerra, la morte e la vita, l'amicizia e la contesa, il paradiso e l'inferno, il riso e il pianto. Secondo Eraclito ci sono tutti questi contrasti perchè è la natura che li desidera, giacchè da tutte le cose ne deriva una sola, e da una sola derivano tutte. Scrive: ciò che si concatena è nel medesimo tempo principio e fine, perchè l'armonia che proviene da un estremo si collega all'altro estremo. Se soffriamo di una malattia tremenda e grazie ad un farmaco guariamo, abbiamo la consapevolezza del male sofferto e la guarigione riuscirà a dare un significato al nostro piacere. Il fulcro della teoria euracliana, dunque, è tutto in questo concetto: nell'universo, anche nella più piccola delle sue particelle, è in atto una lotta senza tregua, tra le due forze contrastanti. Queste forze, Ente e Non-ente, resteranno sempre nemiche, ed è a loro, e a nessun altro, che noi dobbiamo la nostra esistenza.
Il simbolo del Divenire, Panta-rei, è il fuoco; ovviamente Eraclito non conosce il principio della termodinamica e della bomba atomica, ciò nonostante ha intuito che all'interno della materia è nascosta tanta di quella energia da poter sconvolgere l'intero globo terrestre. L'originalità del suo pensiero, infatti, sta nell'aver immaginato la guerra non più come una calamità apportatrice di lutti, ma come una necessità di vita, anzi come la vita stessa.
Per concludere, due termini greci devono guidarci nello studio di Eraclito: Cosmos, che vuol dire ordine, e Caos, che vuol dire disordine. L'uno trae origine dall'altro e viceversa. Scrive: La vita dell'universo è quel breve lasso di tempo che passa tra due caos consegutivi. La contesa nasconde una razionalità che Eraclito definisce Logos. Concepiva il Logos come una legge superiore capace di regolare la lotta fra gli opposti. Lo si può raffigurare come un atomo privo di nucleo, al cui interno girano vorticosamente soltanto un elettrone e un protone con cariche elettriche opposte.
La parte buffa del libro è concentrata nei capitoli 6 e 7. De Crescenzo porta il granda filosofo Eraclito a Napoli, mostrandogli il nostro mondo: automobili, , vetrine illuminate, radio accese, televisori, e tutto questo desta in lui molta curiostà.


fammi sapere :wink:

Arsenio

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