Trame

Messaggioda Aletto » 3 nov 2008, 18:21

Salve a tutti.
Mi servirebbero le trame delle novelle: Jeli il pastore, La lupa.
Sono due novelle di Giovanni Verga.
Rispindetemi il prima possibile.
GRAZIE :D

Aletto

nuovo iscritto
nuovo iscritto
 
Risposte:

Messaggioda jessy.7 » 5 nov 2008, 14:07

JELI IL PASTORE

Jeli è un giovane pastore che passa tutto il tempo pascolando i puledri del padrone nelle pianure e sui monti attorno a Tebiti. È però solo perché i genitori sono lontani a lavorare. Lì intorno lo conoscono tutti e gli vogliono tutti bene, poiché è un ragazzo gentile e disponibile. Un giorno conosce e stringe amicizia con don Alfonso, detto il signorino perché figlio di un ricco signore che si trova lì in villeggiatura. Stanno spesso insieme ed entrambi invidiano qualcosa dell’altro: don Alfonso ama la vita all’aria aperta e vorrebbe poter fare quello che fa il giovane pastore, mentre a Jeli piacerebbe saper scrivere, ma “non riesce che si possa poi ripetere sulle carta quelle parole che egli ha dette”. Parlano spesso assieme e un giorno il pastorello dice al signorino di aver conosciuto tempo addietro una bella ragazza, Mara di massaro Agrippino, che abitava anch’ella a Tebiti. In quel periodo gli erano morti anche i genitori e lei e lo sua famiglia lo avevano aiutato ad andare avanti. Poi però si erano spostati in valle a cercare fortuna e lei lo aveva dimenticato. Lui però pensa sempre a lei e ne è ancora innamorato.
Arriva il giorno della festa di San Giovanni, in cui Jeli deve vendere i puledri del padrone. Durante il viaggio verso la valle però un cavallo scappa e cade in un burrone, rompendosi le reni. Giunge il fattore e vedendo che il cavallo è ormai carne da macello, gli spara e consiglia al giovane pastore di non farsi più vedere dal suo padrone. Così Jeli va in città ad assistere ai festeggiamenti e vede anche Mara. Viene a sapere che questa ha intenzione di maritarsi con il figlio del ricco massaro Neri e ne ha conferma quando li vede ballare assieme. Se la prende un po’ perché pensa che lei lo abbia dimenticato completamente, ma non conosce cosa sia la gelosia. L’indomani viene aiutato da massaro Agrippino a trovare un lavoro: viene assunto come pecoraio alla Salonia ed in breve tempo impara bene il mestiere, tanto da prendere quasi quanto prendeva come pastore.
Passa il tempo e “appena i baccelli delle fave cominciano a piegare il capo” Mara e la sua famiglia si recano alla Salonia per la raccolta. I due giovani si rincontrano e lei gli racconta che la sua famiglia ha perso tutto e che non ha più sposato il figlio di massaro Neri, poiché credeva che lei gli ‘facesse le corna’ con don Alfonso. Dice inoltre che adesso che è così povera nessuno la vuole più per moglie e così lui “se la piglia volentieri”. Dopo il matrimonio vanno a vivere assieme in una bella casa e Jeli lavora sodo tutte le settimane per non far mancare nulla alla sua amata.
In paese tutti dicono che lei ‘se la intende’ con don Alfonso alle sue spalle ma a lui “non gliene importa nulla,[...] e ci vive beato e contento nel vituperio” tanto che lo soprannominano “corna d’oro”; “non vuole crederci ancora, perché con don Alfonso erano sempre insieme, quando erano ragazzi.” Ma deve ricredersi quando lo rivede: “come s’è fatto grande e bello”, pensa tra sè. Durante il periodo della tosatura delle pecore infatti viene a fare una scampagnata con degli amici e invita anche Mara. Jeli le dice di non andare, ma lei non lo ascolta. Così quando vede che don Alfonso la stringe a sé “non ci vede più, e gli taglia la gola di un sol colpo, proprio come un capretto”.

jessy.7

Utente GOLD
Utente GOLD
 

Messaggioda jessy.7 » 5 nov 2008, 14:09

La Lupa
Riassunto


La novella è tratta dalla raccolta Vita nei campi che il Verga vide pubblicata nel 1880. L’ambientazione non è chiara, non si fanno nomi di luoghi precisi, ma s’intuisce da alcuni elementi descrittivi (la pianura, l’Etna in lontananza) che deve trattarsi di una località nella piana di Catania.
In questa novella, come in generale nella raccolta Vita nei campi e in Novelle Rusticane, l’autore non cerca più di offrire al suo pubblico borghese un messaggio positivo, attingendo dal mondo contadino (come ad esempio in Nedda, pubblicata nel 1874, dove il Verga presenta l’umile arrendevolezza della ragazza che, pur duramente colpita negli affetti, continua ad accettare i “comandi” della natura, non distinguendo neanche le sofferenze provocatele da essa da quelle inflittele dall’ingiustizia umana), ma si limita a descrivere, con un narratore interno alla società, che ne condivide i valori decadenti e ne registra impietosamente le miserie, la crisi dei valori del mondo contadino, le contraddizioni e l’ipocrisia che lo pervadono. Quell’ipocrisia e quelle miserie che ritroviamo in Cavalleria Rusticana, dove si uccide per vuoto rito e dove, le devote mogli, spingono i mariti al duello mortale per gelosia, invidia e cupidigia. Ed anche nella Lupa, ritroveremo una serie di valori, di usanze stravolte e rispettate solo per vacua tradizione.
Sin dai primi righi è la voce popolare a alzarsi contro l’atteggiamento ribelle e diabolico della Lupa. Essa, con i suoi comportamenti spiritati e voraci, appare, agli occhi dei contadini, agli occhi delle loro mogli, il demonio, la smodata insaziabilità di ogni cosa, una fonte di perdizione, a cui però nessuno è in grado di resistere, neanche il prete del villaggio (“Padre Angiolino di Santa Maria di Gesù, un vero servo di Dio, aveva persa l’anima per lei.”).
La figura della Lupa, magistralmente descritta con pennellate di colori (gli “occhi color carbone”, le “trecce superbe”, il “seno fermo e vigoroso da bruna”, le “labbra fresche e rosse” e il pallore del suo volto), rappresenta la passione incontenibile, la forza stessa della natura, quando cammina sulle stoppie roventi, “in quell’ora tra vespero e nona, in cui non va in giro femmina buona”, con sullo sfondo la piana nebbiosa e l’Etna in lontananza.
La storia di cui è protagonista è torbida, è la storia di un terribile adulterio. La figlia della Lupa, Maricchia, sposa un giovane del luogo e ne ha dei figli; ma neanche il sentimento materno (quello che era stato tragico ma dolce in Nedda) può nulla davanti alla smodata insaziabilità della Lupa. Nanni, il marito di Maricchia, finirà con l’essere suo schiavo, complice di una passione vergognosa dalla quale tuttavia non riesce liberarsi. E, dopo aspre contese tra madre e figlia, Nanni, esasperato dall’orribile situazione, dopo esser ricorso invano a tutti i rimedi che la religione e la vuota morale umana potevano offrirgli, fa una terribile promessa alla Lupa, una promessa di morte.
Neanche la morte, tuttavia, basterà a fermare la sua implacabile fame, e in un finale incerto, la Lupa andrà fino in fondo ai suoi scopi.
La novella racconta il terribile dramma di una società allo sfascio, priva di difese e piena di valori artefatti, gli ultimi sussulti di un mondo probabilmente prossimo alla fine.

jessy.7

Utente GOLD
Utente GOLD
 

Torna a S.O.S. altre materie

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-04-20 07:38:31 - flow version _RPTC_G1.3