Per non soffrire per l’esilio elaboro per me stesso queste deduzioni e le stesse cose potrei dire anche a te. Mi sembra che l’esilio non privi affatto l’uomo di quelle cose buone che molti praticano.
Se dunque l’esilio spogliasse veramente anche di tutte le cose, in realtà non priva di quelle buone: l’esiliato infatti non viene privato né di energia o di rettitudine, né di saggezza o prudenza, né poi di qualsivoglia altra virtù; quelle possedute (p. p. di παρειμι) onorano e sostengono l’uomo e si mostrano valide, ...
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