L'occasione di rinnovare le cose veniva analizzata per l'ingente forza del debito, di cui la plebe non sperava alcun conforto del male, se non del proprio nel sommo potere una volta inquadrati;
bisognava accingere a questo pensiero perché tentando e agendo fino al momento in cui i plebei facessero un passo da cui, se si fossero impegnati continuamente, sarebbero potuti giungere ad elevati traguardi ed eguagliare i patrizi tanto nell'onore quanto nella virtù. per il momento fu gradito di eleggere i tribuni della plebe, in modo tale che nella magistratura spalancassero a questi stessi l'accesso a tutti gli altri onori; e nominati i tribuni C. Licinio ed L. Sestio promulgarono tutte le leggi contro i poteri dei patrizi ed in favore dell'utilità della plebe: una sul debito tale che detratto questo dal capitale che era calcolato interamente dai capitali prestati avrebbero dovuto pagare ciò che sarebbe restato durante l'arco di tre anni con proporzioni eque;...
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