Neppure procurerò alcuna invidia in te tra quelle cose, perché un tale uomo fosse in prigione, nelle tenebre, nella sporcizia, nel sudiciume, con i tuoi tirannici divieti mai fu data possibilità al padre nell'estrema vecchiaia, e al figliuolo giovane di andare da quello.
Tralascerò anche di dire cioè che, quante volte tu andasti a Palermo in quell'anno e sei mesi (infatti tanto a lungo Apollonio stette in prigione), tante il senato Palermitano, insieme con i magistrati e con i sacerdoti pubblici, venne supplichevolmente a pregar che infine fosse liberato quel povero ed innocente di quella miseria....
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