la morte è sempre vicina seneca

Messaggioda alvin » 27 dic 2009, 9:55

ciao vorrei la traduzione della versione "la morte è sempre vicina" di seneca
"omne tempus , omnis vos locus doceat quam facile sit ....impingere."
"quod tam cito....diu!"
grazie in anticipo..

alvin

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Messaggioda giada » 27 dic 2009, 10:42

Omne tempus, omnis vos locus doceat quam facile sit renuntiare naturae et munus illi suum inpingere; inter ipsa altaria et sollemnes sacrificantium ritus, dum optatur vita, mortem condiscite. Corpora opima taurorum exiguo concidunt vulnere et magnarum virium animalia humanae manus ictus inpellit; tenui ferro commissura cervicis abrumpitur, et cum articulus ille qui caput collumque committit incisus est, tanta illa moles corruit. Non in alto latet spiritus nec utique ferro eruendus est; non sunt vulnere penitus inpresso scrutanda praecordia: in proximo mors est. Non certum ad hos ictus destinavi locum: quacumque vis pervium est. Ipsum illud quod vocatur mori, quo anima discedit a corpore, brevius est quam ut sentiri tanta velocitas possit: sive fauces nodus elisit, sive spiramentum aqua praeclusit, sive in caput lapsos subiacentis soli duritia comminuit, sive haustus ignis cursum animae remeantis interscidit, quidquid est, properat. Ecquid erubescitis? quod tam cito fit timetis diu!

Ogni momento, ogni luogo può insegnarvi come sia facile rompere con la natura e gettarle in faccia il suo dono; fra gli stessi altari e le solenni cerimonie sacrificali, mentre si auspica la vita, imparate la morte. Corpi pingui di tori crollano a un piccolo colpo e la mano di un uomo abbatte animali possenti; da una lama sottile è troncata l´articolazione della nuca e quando si recide la vertebra che congiunge il capo e il collo, quella mole così grande rovina. 9.Non si cela nel profondo il soffio vitale e non è certo necessario il ferro per estirparlo; non è necessaria una ferita profonda che metta a nudo i visceri: la morte è a portata di mano. Non ho fissato un luogo per tali colpi: per dove vuoi, c´è un passaggio. Quello stesso che si chiama morire, il distacco dell´anima dal corpo, è troppo breve perché tanta rapidità possa essere avvertita: sia che un nodo vi spezzi la gola, sia che l´acqua vi ostruisca i polmoni, sia che, buttandovi, la durezza del suolo vi sfracelli la testa, sia che il fuoco ingoiato vi interrompa il respiro, qualunque cosa sia, agisce in fretta. E non arrossite? Tanta paura per un evento così breve!

giada

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